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Cristina Campo a cento anni dalla nascita: la sua biografia tratta da “Profeti inascoltati del ‘900”

by La Redazione
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cristina campo
In occasione del centenario della nascita di Cristina Campo, pubblichiamo questo brano tratto dal libro Profeti inascoltati del Novecento. Sessantasei personalità fuori dagli schemi illustrate dai disegni di Dionisio di Francescantonio e da approfondimenti di intellettuali, scrittori e critici d’arte, a cura di Andrea Lombardi e Miriam Pastorino, prefazione di Vittorio Sgarbi (Genova 2022). (qui il link Amazon)

CRISTINA CAMPO (Bologna, 29 aprile 1923 – Roma, 11 gennaio 1977) 

“Perfezione, bellezza. Che significa? Tra le definizioni una è possibile. È un carattere aristocratico, anzi in sé è la suprema aristocrazia. Della natura, della specie, dell’idea. Anche nella natura essa è cultura”.

Cristina Campo (nom de plume di Vittoria Maria Angelica Marcella Cristina Guerrini) fu l’unica figlia del musicista e compositore Guido Guerrini e di Emilia Patti, sorella del celebre ortopedico Vittorio Patti, nipote per via paterna del compositore Ottorino Respighi e per via materna dello scrittore Enrico Panzacchi. Cristina vivrà gli anni della prima giovinezza a Firenze, dove il padre guidava il Conservatorio Cherubini; dalla metà degli anni ‘50 si trasferirà a Roma, dove Guerrini era stato chiamato a dirigere il Conservatorio. A causa della sua salute cagionevole, per una malformazione cardiaca congenita, non seguirà studi regolari acquisendo, soprattutto sotto la guida del padre, una formazione fatta di intense letture, nelle lingue originali, dei capisaldi della letteratura europea da cui trasse una passione assoluta per Simone Weil, Hugo von Hofmannsthal e T. E. Lawrence che considererà i suoi punti di riferimento essenziali per tutta la vita.

Una raffinata sensibilità poetica

Magnifica figura di scrittrice dotata di una raffinata sensibilità poetica cui si univa uno stile della scrittura per il quale Elémire Zolla – che le fu compagno di vita dalla fine degli anni ‘50 fino alla morte e alla quale egli sarà intellettualmente debitore – la definiva “lo stilista più importante di questo mezzo secolo italiano”, prestò l’eleganza e la sensibilità poetica alla traduzione di poeti come J. Donne, W. C. Williams, E. Dickinson, T.S. Eliot, E. Mörike (le poesie di Cristina Campo e le sue traduzioni sono oggi raccolte nel volume La tigre assenza), ma fedele ad una sorta di imperativo morale che si riconosceva nella sprezzatura – che ella definiva “virtù polare grazie alla quale il sentimento della vita sia nello stesso tempo rarefatto e intensificato” – ebbe una singolare reticenza nei confronti della scrittura.

Pochi anche i testi di riflessione saggistica ch’ella ha lasciato (si veda la silloge di interventi raccolti ne Gli imperdonabili) nei quali però non è difficile rintracciare una ben chiara impostazione teorica che ne definisce la figura intellettuale indirizzata alla costruzione di un sistema etico-estetico che, a partire dall’analisi della fiaba, intesa come luogo dove si compiono i destini, giunge ad una visione mistica dell’esistenza sotto le insegne della perfezione, intesa come assolutezza del compimento e della bellezza, ovvero compimento estetico cui si giunge attraverso la catarsi.

Contro le riforme medernizzatrici del CVII

Perfezione e bellezza, per la Campo, sono raggiungibili attraverso l’esercizio virile della pietà, della compassione, della sprezzatura e dell’attenzione intesa come aderenza, costante contatto con l’essere, concentrazione sul destino. Dal 1966, dopo la conversione ad un cattolicesimo vissuto con rigore quasi ascetico, in seguito alle riforme “modernizzatrici” del Concilio Vaticano II, mise da parte la naturale riservatezza e distacco dalle cose del mondo cui si era votata, per difendere il rito liturgico in latino e l’uso del canto gregoriano organizzando una raccolta di firme a sostegno di una lettera-manifesto indirizzata al Papa cui aderiscono 37 intellettuali di tutto il mondo.

Su sua iniziativa nasce la sezione italiana dell’associazione internazionale che ha sede a Zurigo, “Una Voce” che difende il rito liturgico in latino, in seguito Cristina Campo sarà fedele e devota sostenitrice di Mons. Lefebvre e della sua comunità “Fraternità sacerdotale San Pio X” di Ecône. Morirà a Roma, ormai minata nel fisico dai suoi problemi cardiaci, per un attacco di cuore che giunge all’improvviso la notte fra il 10 e l’11 gennaio 1977.

Simonetta Bartolini

Bibliografia essenziale: La Tigre Assenza, Gli imperdonabiliIl mio pensiero non vi lascia. Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino, Lettere a Mita, Caro Bul. Lettere a Leone Traverso (1953-1967), Se tu fossi qui. Lettere a María Zambrano 1961-1975. 

 

 

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fc 29 Aprile 2023 - 6:52

E noi stiamo qui a combattere contro la bassa intensità imperante…, che melma!

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