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Da D’Annunzio al Trattato di Roma: quando Fiume tornò italiana

by Michele Iozzino
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Roma, 29 gen – Per qualche strana ragione la storia di Fiume italiana sembra cominciare con la Marcia di Ronchi e finire con il Natale di sangue, quasi che senza D’Annunzio a illuminarla la questione fiumana fosse tramontata e persa per sempre. Al contrario, grazie al Trattato di Roma il 27 gennaio 1924 Fiume tornava all’Italia e vi rimaneva fino al Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947.

Quella falsa opposizione tra D’Annunzio e Mussolini

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una riscoperta dell’Impresa fiumana. Non solo all’interno del mondo non conforme, ma anche fuori. Spesso però le vicende di Fiume e quelle di D’Annunzio sono state piegate a una lettura che le mette in contrapposizione con il fascismo, quasi che quest’ultimo fosse un’appropriazione indebita o un tradimento dello spirito dei legionari. Una prova recente di questo atteggiamento è la raffigurazione del Comandante nella serie M – il figlio del secolo. In un’opera in cui tutto diviene grottescamente ridicolo, al limite del cinepanettone, D’Annunzio è uno dei pochi personaggi a cui viene concesso un trattamento diverso: epico, ispirato, duro come l’acciaio, con un samurai come attendente. Ma il giganteggiare di D’Annunzio serve solo a rimpicciolire Mussolini, ridotto a un selvaggio, un arrivista, una bestia che fiuta il tempo che viene e soprattutto un pusillanime, uno che vuole sfruttare a suo vantaggio la causa fiumana e il carisma del Vate senza dare nulla in cambio. Un Mussolini che avrebbe definitivamente voltato le spalle alla città olocausta approvando su Il Popolo d’Italia il Trattato di Rapallo che avrebbe portato successivamente alla fine della Reggenza del Carnaro, quasi che il capo del fascismo avesse sulla coscienza il Natale di sangue.

27 gennaio 1924: Fiume è italiana

Basta guardare agli eventi successivi per capire che questa contrapposizione è semplicemente falsa. Il 3 marzo 1922 sono gli squadristi fascisti, guidati da Francesco Giunta, a scacciare Riccardo Zanella, l’allora presidente dello Stato libero di Fiume, apparato statale nato appunto dal Trattato di Rapallo, assaltando il municipio e costringendolo alle dimissioni. Fatti che portarono l’esercito italiano a occupare la città l’anno successivo vista l’incapacità dello Stato libero di Fiume di mantenere l’ordine pubblico. Il Trattato di Roma del 1924 era quindi la ratifica di una situazione già delineata e sanciva il ritorno di Fiume all’Italia. Nasceva così anche la Provincia di Fiume, che non a caso aveva nel suo stemma sia fascio littorio che le stelle dell’Orsa. Il fascismo portava a compimento l’Impresa fiumana.

Michele Iozzino

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