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Dal 16 maggio via la mascherine in aereo. Tranne in Italia

by Sergio Filacchioni
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Mascherine

Roma, 12 mag – Ancora novità sul fronte mascherine e restrizioni: in un aggiornamento delle misure di sicurezza per i viaggi pubblicato dall’Easa (Agenzia Europea per la sicurezza aerea) e dall’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) infatti decade l’obbligo di mascherina sui voli nell’Unione Europea a partire da lunedì 16 maggio.

Mascherine via negli aeroporti

Il dispositivo di protezione non sarà più obbligatorio nemmeno negli aeroporti anche se Easa ed Ecdc spiegano che “la mascherina resta una delle difese migliori contro la trasmissione di covid-19”, quindi resta caldamente raccomandata per chi tossisce e starnutisce e per i soggetti “fragili”. “C’è un forte desiderio – osserva il direttore esecutivo dell’Easa Patrick Ky – che le mascherine non siano più una parte obbligatoria del viaggio aereo. Siamo ora all’inizio di quel processo. I passeggeri dovrebbero continuare a rispettare i requisiti della loro compagnia aerea e, laddove le misure preventive siano facoltative, prendere decisioni responsabili e rispettare la scelta degli altri passeggeri”. Una disposizione che però non si applicherà in Italia: per chi parte ed arriva dallo stivale infatti vale ancora l’ordinanza di fine aprile (contenuta nel decreto legge sulle Riaperture) che proroga fino al 15 giugno l’obbligo d’indossare la mascherina Ffp2 su tutti i mezzi di trasporto a lunga percorrenza.

Verso l’abolizione del green pass

Nonostante gli allentamenti, il certificato verde che verifica vaccinazione, guarigione o tampone (antigenico/molecolare negativo) resta ancora il nodo da sciogliere per molte nazioni europee: il Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Austria e Italia il greenpass resta ancora obbligatorio, nonostante l’Italia (prima in Europa insieme alla Grecia) abbia abolito per i turisti in arrivo il plf (passenger locator form), il modulo usato dalle Autorità sanitarie per i viaggi. Ma fan ben sperare il resto d’Europa. Se infatti da noi si continua a procedere con prudenza, sono già diciotto le nazioni europee che non chiedono più ai viaggiatori nessuna prova di vaccinazione/guarigione.

Sergio Filacchioni

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