Milano, 5 mag – Ultimamente pare che il cinema stia più che strizzando l’occhio al mondo del metal estremo: già a fine 2013 era apparso – più in rete che nelle sale nostrane, come sempre poco ricettive nei confronti di certi fenomeni “underground” – il buon Metalheads, ultimo lavoro del regista islandese Ragnar Bragason. E a quanto pare l’onda, anche se sarebbe più opportuno riferirsi ad un tuono in questo caso, continua ad essere cavalcata: è stata infatti annunciata ieri da Variety la realizzazione della trasposizione cinematografica di Lord Of Chaos, celebre libro del duo Moynihan e Søderlind (edito in italia da Tsunami Edizioni, ndr), che racconta la nascita e l’evoluzione del Black Metal in Norvegia nei primi anni novanta.
Per chi ne fosse a digiuno, verso la fine degli anni ottanta la Norvegia si fece promotrice di una nuova “tempesta sonora”. Qualcosa di mai ascoltato prima, di ruvido, potente, musicalmente oscuro scosse improvvisamente la spina dorsale di tanti metalheads sparsi per la scandinavia. Quella tempesta si chiamava Mayhem: così – dal titolo di una canzone dei Venom (Mayhem with Mercy, ndr) – avevano deciso di chiamarsi quattro ragazzi di Oslo, dando vita al genere oggi conosciuto come Black Metal, probabilmente la più estrema tra le correnti musicali underground.
Verso la prima metà degli anni novanta, il gruppo ed i fedelissimi raccolti intorno all’Helvete (“Inferno”,ndr) – il negozio musicale del fondatore dei Mayhem, Øystein Aarseth (in arte Euronymous) – saliranno agli “onori” della cronaca a seguito di una serie di reati: oltre un centinaio di chiese bruciate, suicidi ed omicidi, il più famoso dei quali fu quello dello stesso Aarseth per opera di un altro elemento chiave del gruppo, Varg Vikernes.
Secondo quanto riportato dal sito, il film seguirà le vicende del diciassettenne Euronymous, deciso a sfuggire alla propria educazione borghese dando vita, con un piccolo gruppo di amici, ad un progetto musicale di metal estremo, i Mayhem. Per dare visibilità alla band – prosegue la rivista – il gruppo inizierà a compiere una serie di atti scioccanti, inoltrandosi – man mano che si sfocheranno i confini tra pubblicità e realtà – in una spirale di violenza, incendi dolosi ed omicidi che scuoteranno la nazione.
Ovviamente il tono di Variety è quello di una rivista patinata, rivolta ad un pubblico particolarmente distante da quello “tipico” del metal. Ed in effetti, leggendo il plot cosi come presentato, sembrerebbe adattarsi meglio ad uno “scenario” statunitense di guerre tra rapper che all’Inner Circle. In breve, ci viene più facilmente alla mente Eminem che Varg “Burzum” Vikernes. E ad aggiungere ulteriore onta, anche la scelta degli attori non sembrerebbe proprio delle migliori: il ruolo di Euronymous sarebbe stato affidato a Rory Culkin – già visto in “Scream 4” e “Signs”, e noto per essere il fratello di Macaulay Culkin – mentre il ruolo di Vikernes risulterebbe assegnato a Caleb Landry Jones (X-Men: First Class).
D’altronde lo stesso “Count Grishnackh” – altro nickname del fondatore e membro unico dei Burzum – si era già espresso sfavorevolmente nei confronti degli autori del libro, ritendendoli non in possesso di una sufficiente conoscenza dei temi trattati. È quindi facilmente prevedibile un’ondata di indignazione da parte dei fedelissimi della “scena metal”, da sempre e per definizione poco inclini ad una spettacolarizzazione del genere.
Unico elemento “positivo” per il momento parrebbe essere la scelta del regista: le riprese, che inzieranno a fine anno in Norvegia, saranno infatti affidate allo svedese Jonas Akerlund, noto non solo per essere un prolifico regista di video musicali (nella sua videografia, tra i tanti altri, troviamo Madonna, Paul McCartney, i Metallica o i Rammstein), ma anche per essere stato il primo batterista di un’altra band di culto nel panorama black metal: i Bathory.
Insomma, per concludere, gli elementi per far discutere ci sono tutti. Il consiglio rimane sempre lo stesso: aspettare e vedere.
Davide Trovato