Home » “Decideranno gli europei chi arriverà, non i trafficanti”: ma la filosofia Ue resta immigrazionista

“Decideranno gli europei chi arriverà, non i trafficanti”: ma la filosofia Ue resta immigrazionista

by Alberto Celletti
0 commento
Ue immigrazionista

Roma, 20 dic – L’Ue immigrazionista si tramuterà mai in “sovranista”? Chissà. Nel frattempo, da Bruxelles annunciano l’ennesimo “accordo”.

La presunta “intesa” sui migranti e richiedenti asilo

Come riporta Tgcom24,  parlamento e Consiglio Ue annunciano di aver raggiunto un accordo sul Patto di migrazione e asilo. L’ennesimo degli ultimi anni, e scusateci se ricordiamo ancora le buffonate di Malta del 2019. Secondo il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas “tutti i pezzi stanno andando al loro posto. Abbiamo fatto un passo avanti sui cinque pilastri chiave del Patto. La strada per arrivare a questo punto è stata lunga. Ma ce l’abbiamo fatta”. Inoltre il presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ha aggiunto che “saranno gli europei a decidere chi arriva e chi può restare nell’Ue, non i trafficanti”. Roberta Metsola urla al “giorno che passerà alla storia”. Si parla – sempre per bocca del presidente – di ” strumenti per reagire rapidamente in situazioni di crisi, quando gli Stati membri si trovano ad affrontare un gran numero di arrivi illegali o di strumentalizzazione se Paesi ostili tentano deliberatamente di destabilizzare l’Ue o i suoi Stati membri. Oltre al Patto, la Commissione sostiene gli Stati membri attraverso misure operative concrete per affrontare le sfide immediate. Stiamo attuando piani d’azione concreti per combattere l’immigrazione clandestina attraverso il Mediterraneo, i Balcani o l’Atlantico”. Contrasto alla clandestinità, quindi, il che è senza dubbio meglio di niente. Ma il problema da affrontare sarà “il solito”.

Ue immigrazionista fino a prova contraria

L’Ue non sarà immigrazionista nel momento in cui respingerà almeno la stragrande maggioranza degli arrivi (legali e illegali, tramutare i clandestini in lavoratori regolari, ci spiace, non vale). Qualsiasi situazione vagamente intermedia non potrà essere recepita come una inversione di tendenza sul tema. Perché, sì, la Von der Leyen parla di “partenariati con i Paesi di origine e di transito, per combattere i trafficanti e per garantire l’effettivo rimpatrio nel Paese di origine senza diritto di soggiorno nell’Ue. La chiave per una gestione efficace della migrazione illegale risiede nell’interazione tra questi due pilastri. Un quadro giuridico forte ed efficace offerto dal Patto. E azioni mirate per proteggere ulteriormente i nostri confini, interrompere e distruggere le operazioni dei trafficanti e collaborare con Paesi terzi su partenariati reciprocamente vantaggiosi”. Potrebbe esserci un passo avanti, dettato dal fatto che, oltre a Giorgia Meloni, anche il premier britannico Rishi Sunak ha insistito molto sul tema, tanto è che i due Paesi hanno presentato insieme un progetto italo-britannico di contrasto all’immigrazione clandestina. C’è un dettaglio: la Gran Bretagna non fa più parte dell’Ue, quindi l’appoggio può valere ma in un contesto extra-Bruxelles. Il che, forse, potrebbe perfino essere la cosa migliore. Il “futuro” però sarà scandito dal solito problema: cosa vuol dire “fermare gli illegali”? Significa sostituirli con centinaia di migliaia di immigrati “regolari” o frenare una volta per tutte il fenomeno? Non serve spiegare perché la prima soluzione costituirebbe il solito bluff immigrazionista.Intanto c’è una buona notizia: Ad Amnesty International l’accordo non piace per niente: nessuna solidarietà e controlli alle frontiere, dicono. Tutto ciò è inaccettabile per i globalisti, insomma. Potrebbe essere un teatrino, ma intanto godiamoci qualche fegato che scoppia, anche solo per passare il tempo.

Alberto Celletti

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati