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Delmastro (FdI): “Grillini hanno resuscitato Prodi per tenersi le poltrone”

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Verona, 7 sett – Nella giornata conclusiva della kermesse culturale di CasaPound Direzione Rivoluzione si parla della guerra attualmente in corso in Libia e come ciò stia influenzando l’Italia tra crisi economica e umanitaria. Ne parlano Andrea Delmastro, capogruppo alla commissione Esteri di Fratelli d’Italia, il senatore Stefano Bertacco e la giornalista Francesca Totolo, autrice del libro Inferno S.p.A.

Delmastro: “Questo governo è stato incapace”

“In Libia abbiamo subito, nel 2011, con una guerra per procura della Francia la destabilizzazione della nazione inseguendo improbabili primavere arabe” dichiara Delmastro. “Dietro il principio dell’ingerenza umanitaria c’è il grimaldello per distruggere i popoli. I veri integralisti islamici, infatti, non vengono toccati. Prima abbiamo, con la scusa dell’umanità, combattuto Saddam e ancora oggi lo scontiamo, poi Gheddafi e infine Assad a scapito dei cristiani d’Oriente. Siamo andati a combattere tutti quei regimi dove vigeva il pluralismo religioso anche se non c’era il pluralismo politico; erano regimi laici. Ricordiamo che il vice di Gheddafi era Aziz, cristiano copto”. Delmastro lancia un pesante j’accuse contro il governo: “Questo governo non ha dialogato con Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, a scapito dei nostri interessi. L’Eni è stata sostituita dalla Total del galletto francese Macron, campione di europeismo”. E del confermato premier del governo giallofucsia dice: “Conte è una mutanda unisex, lo possono indossare tutti. Ha detto di aver parlato con Trump e di aver impostato una “cabina di regia” sulla Libia, che ora è sparita. Nel frattempo tutti i pozzi più importanti controllati da Eni sono finiti nelle mani di Haftar”. “L’interesse nazionale non ha prevalso e non gli è stata data la giusta attenzione” dichiara Delmastro. “Parliamo poi della gravità della posizione di Gozi, che in Italia aveva la possibilità di vedere dossier sensibili e poi diventa in sostanza un ministro francese” dice Delmastro “Io stesso ho proposto la revoca della sua cittadinanza“. “L’Italia è la grande assente in termini militari, politici e diplomatici. Ma La geopolitica è una cosa troppo seria per lasciarla in mano a chi ha iniziato a fare politica andando a teatro a vedere un giullare” conclude il senatore, riferendosi ai seguaci di Beppe Grillo. Duro, infatti, l’attacco di Delmastro ai seguaci di Di Maio: “Li vogliamo cercare nelle loro case per vomitargli addosso i loro vaffanculo, i loro miti costitutivi. Hanno resuscitato Prodi, Renzi e D’Alema per tenersi care le poltrone. Li contesteremo in piazza lunedì”.

Beltracco: “La Francia si è approfittata della situazione”

“La Francia in Libia ha fatto il possibile per mettere davanti a tutti i propri interessi” dichiara il senatore Beltracco. “Gheddafi proponeva la terza via universale e si proponeva come rappresentante dei paesi arabi. L’Italia non avrebbe dovuto attaccarlo soprattutto in assenza di un progetto dopo la sua destituizione. La prima volta che ci sono state elezioni democratiche ci sono stati scontri e migliaia di morti. La Francia si è approfittata di questa situazione per fare petroldollari, riempiendoci parallelamente di immigrati per metterci in difficoltà”. Rincara la dose Beltracco: “La nostra politica estera è inesistente. Nella conferenza-spot di Palermo forse avranno parlato due minuti; per il resto è stata una gita”.

Totolo: “Ma i libici non scappano dalla guerra”

Francesca Totolo, giornalista esperta di immigrazione e di Ong è appena tornata da un viaggio – reportage in Siria e traccia dei parallelismi tra Libia e Siria: “Quando si parla di immigrati che scappano dalla guerra si dice una bugia; i libici non scappano dalla guerra così come non sono scappati i siriani. Chi va in Libia ha deciso volontariamente, pagando, di andarci”. “Il nuovo ministro dell’Interno ha detto che rimarrà una politica di porti chiusi quella italiana sull’immigrazione, ma sarà “umana””. “E’ emblematico come le Nazioni Unite ci abbiano minacciato di sanzioni per le nostre pratiche disumane” puntualizza la giornalista “quando in Libia non intervengono affatto e sarebbe il loro dovere portare il loro supporto nei centri di detenzione degli immigrati”.

Ilaria Paoletti

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