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Denatalità, il ministro Roccella: “Necessario anche un cambiamento culturale”

by La Redazione
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Roma, 20 gen – La denatalità per il ministro Eugenia Roccella è anche un fatto culturale, non soltanto economico. Un punto su cui si sono concentrate parecchio le analisi sociali degli ultimi anni, a differenza di un passato dove la questione era inquadrata esclusivamente sotto il profilo lavorativo (il quale, intendiamoci, resta comunque fondamentale).

Denatalità, Roccella: “Necessario anche un cambiamento culturale”

Il ministro della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità, per ora, parla come riportato da Agenzia Nova. Di parole ne abbiamo ascoltate tante. Ma lo fa in un ambito molto delicato, soprattutto per la fase storica che stiamo attraversando. Eugenia Roccella, in un’intervista rilasciata al Messaggero, non parla solo di economia, sebbene la questione non sia assolutamente messa in secondo piano, allo scopo di rilanciare il crollo delle nascite che, in Italia, non sembra avere fine: “Occorrono interventi economici e una rete di welfare che funzioni”. Poi però aggiunge che “è necessario anche un cambiamento culturale: fare figli ha un valore sociale, questo valore deve essere percepito e riconosciuto”.

Per il ministro “il governo si sta muovendo”

Sulla denatalità, per la Roccella, il governo si muove: “In poco tempo abbiamo già dato un segnale molto importante. La legge di bilancio, in una situazione difficilissima, ha destinato un miliardo e mezzo alle famiglie con l’obiettivo di promuovere la natalità. Con una coperta molto corta abbiamo compiuto una scelta, e addirittura c’è chi ci accusa per questo, perché magari voleva che si facesse altro. Le nostre priorità invece sono chiare e le rivendichiamo”.

Poi aggiunge: “Lavoreremo a un grande piano per la natalità. Promuovendo il criterio familiare in ogni ambito dell’azione di governo. E soprattutto, realizzando un ambiente sociale, normativo e culturale che assecondi e non ostacoli il desiderio delle donne di fare figli, che tutte le rilevazioni dicono essere intatto rispetto al passato. Stiamo lavorando a un tavolo comune con i ministeri interessati, a cominciare da quelli del Lavoro e della Salute, per un intervento ampio e organico. Ed è importante il coinvolgimento delle imprese, del volontariato, degli enti locali. La parola ‘natalità’ nella denominazione del mio ministero non è solo un’etichetta. E le nostre intenzioni sono state fin da subito suffragate da fatti. Si fanno pochi figli non perché ne manchi il desiderio, ma perché il contesto è scoraggiante. Soprattutto per le donne. E, paradossalmente, nelle città è ancora più sfilacciata quella rete parentale di solidarietà che ha sempre sostenuto la maternità. In molte grandi centri i nuclei composti da una sola persona hanno superato le famiglie con figli. E su questo incide anche il costo dei servizi e il tipo di vita indotto dall’organizzazione sociale. C’è molto da lavorare sul fronte dei servizi e anche sul recupero di una dimensione comunitaria che nei grandi centri è più fragile. Soprattutto, però, è importante che le donne che vogliono diventare madri non vengano penalizzate o addirittura costrette a rinunciare alla propria realizzazione personale”.

Alberto Celletti

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2 comments

brutta ciao 22 Gennaio 2023 - 6:24

Mi dispiace volgarizzare ma il c…o non vuole pensieri. Tolgano i “pensieri” se sono capaci ! Il resto è… impotenza pure di pensiero.

Reply
jenablindata 22 Gennaio 2023 - 9:56

fin quando il matrimonio (e tra poco anche la convivenza,si è GIA VISTO dove vogliono andare a parare con la legge cirinnà)
resta un suicidio economico e legale per gli uomini,

fin quando le donne avranno liberà facolta di far passare guai legali ad ogni uomo che sfiorano…anche se innocenti,perchè la lparola femminile per lo stato VALE PIU’ di quella di un uomo,

fin quando gli uomini saranno costretti,per avere dei figli…a rapportarsi con donne piene di pretese e che hanno tutti i vantaggi e tutte le leggi a loro favore,
e
fino a quando avere dei figli in QUESTA società,con QUESTE leggi e in QUESTA cultura, equivarrà a buttare soldi a fondo perduto…
senza il minimo ritorno alla famiglia,
(perchè i ragazzi di oggi per cultura e leggi,vengono spinti a prendere tutto quello che possono dalla famiglia di origine…
a pretenderlo,anche:
e a NON restituire mai niente alla famiglia di origine,
di ciò che a loro viene dato)

famiglie e figli,SE NE FARANNO SEMPRE MENO.

quindi che posso dire?

CONGRATULAZIONI,politici e magistrati di TUTTI gli schieramenti…
ma sopratutto femministi e sinistrati:
con le vostre leggi femministe del put
avete cercato in OGNI modo
di DEMOLIRE
le famiglie…
di seminar zizzania tra uomo e donna,
e di rendere le relazioni tra i sessi così complicate
e regolamentate,
fino al punto che sempre più uomini si stanno chiamando
fuori,restando single e
deprimendo gravemente
la formazione di nuove coppie:
questo avete cercato e voluto,
in ogni modo:
e questo è quello che è successo:

avete vinto.

MA….
pagherete carissima questa vittoria,sapete?
molto presto vi renderete conto,dell’IMMENSITA’
dell’errore che avete fatto…

e NON riuscirete a tornare indietro.

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