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Desirée. Cari compagni, prendetene atto: l’immigrazione è un problema

by Valerio Benedetti
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Roma, 25 ott – C’è qualcosa che non torna nelle analisi che la sinistra sta formulando sull’efferato omicidio di Desirée Mariottini. E quello che non torna ha un nome: realtà. Il problema, per i «compagni», non è l’immigrazione irregolare di massa. Non è il degrado che l’immigrazione selvaggia porta inevitabilmente con sé. Il problema, al contrario, è la «destra xenofoba» che fa sciacallaggio mediatico. O meglio – come ci ha spiegato su Repubblica il brillante Massimo Giannini – il problema è la destra che diffonde paura, è quel «filo nero che unisce la danza macabra di Salvini sul luogo del martirio della povera Desirée e la festa gialloverde al Senato per la nuova legge sulla legittima difesa. Quel filo nero si chiama “estrema destra di governo”. E la Lega lo tesse curando le folle affamate di protezione con dosi omeopatiche di quotidiana paura». Semplice, no? Il problema non è il carnefice, ma chi lo denuncia.
Ma non c’è solo chi ritira fuori l’arma spuntata della destra-che-parla-alla-pancia-del-paese. C’è anche chi, come Christian Raimo, ci dice che, nel caso di San Lorenzo, il degrado non c’entra nulla: è solo una questione di educazione sociale. «Basarsi esclusivamente sull’opposizione decoro-degrado, non è utile ad affrontare la problematica della sicurezza sociale», ha detto in tutta serietà il direttore di Internazionale. E sul caso Desirée, Raimo non ha dubbi: «Se avessimo una politica preventiva efficace, possibilità del genere verrebbero clamorosamente ridotte. C’è tutta una letteratura scientifica che dimostra come la prevenzione possa ridurre il danno sociale e umano. A 16 anni cercare il conflitto, la ribellione, la trasgressione è normale. Non dobbiamo pensare che quelle cose si combattano con la repressione. Dobbiamo piuttosto pensare che, se c’è un problema di salute pubblica, quel problema va tutelato ed affrontato». Insomma, non serve reprimere i delinquenti che spacciano, stuprano e ammazzano. Basta organizzare dei bei corsi di «pedagogia sociale». Geniale.
Ora, queste supercazzole da sociologi della domenica hanno un solo scopo: nascondere il fallimento della sinistra e la sua incapacità di confrontarsi in maniera lucida con la realtà. Ma d’altronde, si sa, la sinistra non riesce proprio a imparare dai suoi errori: anche sul caso di Pamela Mastropietro, la ragazza di Macerata stuprata, fatta a pezzi e «cannibalizzata» da tre spacciatori nigeriani, tutti fecero finta che l’assassinio non avesse alcun legame con l’immigrazione di massa. Il problema, al contrario, era il razzismo di Luca Traini, il pistolero squilibrato che provò a farsi giustizia da solo. Soltanto che la realtà, per quanto possa essere camuffata, prima o poi presenta il conto. Il 4 marzo il conto da saldare fu la catastrofe elettorale di Pd e Leu. Insomma, per i compagni era arrivato il momento di fare la proverbiale autocritica. E però, per fare autocritica, servirebbero appunto lucidità e onestà intellettuale. Tutte cose che la sinistra ha ormai perso da un pezzo.
Valerio Benedetti

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3 comments

Pierino Porcospino 25 Ottobre 2018 - 1:05

Effettivamente, diffonde molta più paura “la destra” di un branco di gorilla che per ore brutalizza e poi uccide una ragazzina… già…

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ANTERO 25 Ottobre 2018 - 2:13

… ma il problema lo hanno creato loro !

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RAZZA Claudio 25 Ottobre 2018 - 7:02

Tolleranza zero,ma cari italiane ed italiani,salvini di maio,e compagnia parlamentare,bla bla bla e nulla cambia,la sinistra I centri sociali immigrati,fare un falo e finita una volta per tutte. Marcia su roma,milano, napoli,palermo,firenze,venezia ecc. Altrimenti nulla cambia,provare per credere. A noi

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