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Disagio nei giovani emergenza nazionale: ma c’è una soluzione

by La Redazione
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Roma, 3 dic – Camminando per il centro di una qualsiasi città, magari la mattina per andare a scuola o il pomeriggio per rincasare dopo una lunga giornata, con un po’ di attenzione si può assistere ad una scena ormai ricorrente. Decine di giovani che vagano con lo sguardo spento di chi dalla vita non ha avuto nulla, la stragrande maggioranza delle volte, quel viso è chinato su un cellulare. Da quei visi traspare tristezza, ansia ma soprattutto un senso di vuoto totale:  per moltissimi giovani che vivono senza ideali per cui combattere o esempi da seguire, la vita è composta solamente da quella routine devastante (fatta di scuola, social e a volte qualche allenamento), intervallata da qualche serata con gli amici il sabato sera e che spesso vede nell’abuso di alcool o droghe la principale fonte di divertimento.

La maggior parte dei giovani…

Ormai quella giovinezza fatta di allegria, spensieratezza e gioco che andando avanti permette al singolo individuo una crescita serena e costruttiva, che porta anche alla formazione di un pensiero critico e di un ideale, è solo un lontano ricordo. Per i giovani di oggi è molto meglio passare un pomeriggio davanti ad un videogioco, piuttosto che socializzare, uscendo con gli amici o con la propria ragazza. Si cerca in tutti i modi di evitare i luoghi dove si può stare insieme o di aggregazione, perché è più facile starsene in una stanza isolati da chiunque nella propria “comfort zone” che entrare in contatto con i coetanei. Ci si potrebbe chiedere: come tutto ciò è stato possibile? Com’è stato possibile che intere generazioni rinuncino al sano divertimento e soprattutto a crescere serene?

La risposta è semplice: non hanno deciso loro. È stato sennaui un sistema malato, basato solo sul consumo sfrenato, con l’uso alienante fatto da molti ragazzi dei cellulari, a provocarlo. Sono stati genitori che non sono stati in grado di evitare ai propri figli la grande trappola che il “mondo moderno” gli ha teso, e sono stati tutti quegli insegnanti che hanno preferito fare imparare a memoria un testo agli studenti piuttosto che aiutarli a sviluppare una mentalità indipendente, che tramite gli insegnamenti ricevuti e la capacità di riflettere, possa evitare le manipolazioni e le tentazioni che questo falso progresso gli propone.

Di tutto ciò molti giovani, perfettamente integrati nell’attuale “società del progresso”, non si rendono conto. Chiunque abbia tanto coraggio ad attaccare la società d’oggi in un’aula di scuola o in un’assemblea va automaticamente incontro a derisioni e denigrazioni, da parte delle vittime stesse del sistema.

Più soluzioni per un’unica alternativa nella scuola

Ma i danni ormai sono evidenti e sotto gli occhi di tutti, a parte una generazione che non ha nulla per cui lottare e guardare al futuro i problemi legati a stress, ansia, depressione e ad altre patologie mentali sono aumentati in maniera esponenziale, sempre più giovani fanno ricorso ad uno psicologo e finora non si è riusciti ad arginare questa piaga dilagante. I media, la politica e i giornalisti ci “provano” tramite il totale sdoganamento di “anestetici” (come le droghe) che permettono temporaneamente di non pensare ai propri problemi. Ma così facendo, continuano a non capire come una risoluzione più sana sia possibile.

Sarebbe già un enorme passo in avanti, come propone il Blocco Studentesco da parecchio tempo, rimettere lo studente al centro della scuola, renderlo partecipe delle decisioni che riguardano il luogo in cui trascorre la maggior parte del proprio tempo, permettere il dialogo costruttivo tra le varie parti e stimolare la capacità di ognuno di risolvere i propri problemi.

Un’altra possibile alternativa a tutto ciò consisterebbe nel raddoppiare le ore di Educazione Fisica a scuola, dando la possibilità a tutti di capire la bellezza e l’importanza dello sport, incentivando anche le attività pomeridiane che ci permettono di svagarci con i nostri coetanei. La scuola e l’università non dovrebbero essere dei luoghi su cui fare del business, per la prima il caro libri e le altre spese scolastiche, mentre per la seconda l’affitto sproporzionato per monolocali a prezzi esorbitanti che attanagliano le famiglie. La scuola deve essere un luogo dove ogni investimento viene fatto nell’interesse dei ragazzi, e dove questi ultimi devono avere la possibilità di ribellarsi in caso ciò non avvenga, senza andare incontro alla repressione di prof faziosi.

Un faro nella tempesta

Queste sono solo alcune delle tante proposte di cui il Blocco Studentesco da molto tempo, tramite battaglie sia dentro che fuori dalle scuole, si è fatto promotore. Sarebbero molto utili per creare un’esistenza più serena allo studente.

Oggi l’unico modo che si ha per vivere davvero è aggrapparsi ad un ideale, ad una fede o ad un sogno e lottare per ciò in cui si crede, in un mondo che ci vuole schiavi del sistema esiste comunque una via già tracciata, fatta da veri uomini che ci hanno preceduto nel tempo ma che ancora oggi ci indicano la via della vita.

Federico

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