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Don Franco, il prete rosso di Ostia. Quando la chiesa è nemica del popolo italiano

by Giuliano Lebelli
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Roma, 19 lug – Negli ultimi giorni sul litorale romano si è alzato un polverone dopo che i militanti di CasaPound, con in prima linea il responsabile locale Luca Marsella, hanno allontanato dalle spiagge di Ostia i venditori abusivi. La risposta dell’antifascismo romano è stata debole e strumentale: 80 immigrati legati alla Baobab Experience sono stati portati a fare il bagno ad Ostia. Tralasciando per un attimo la mancanza di senso di questa reazione, si nota come tutto ciò sia accaduto durante un evento, i Social Days appunto, organizzato da L’Alternativa Onlus, un’associazione di volontariato cattolico, alla quale partecipano numerose sigle dell’antifascismo romano (da gruppi musicali come Assalti Frontali e Muro del Canto, passando per squadre di calcio come lo Spartak Lidense, per arrivare ad associazioni di studenti come Leggi Scomodo). A capo di ciò troviamo Don Franco De Donno, parroco della chiesa di Santa Monica e responsabile della Caritas locale, il quale ha annunciato la sua candidatura a presidente del X Municipio di Roma sostenuto dalla lista Laboratorio Civico X per le elezioni che dovrebbero tenersi in autunno dopo oltre due anni di commissariamento per mafia.

Don Franco non è nuovo per essere il punto di riferimento dell’antifascismo di Ostia. Questo febbraio ha sfilato in un corteo con Pd, Sinistra Italiana ed i centri sociali romani, organizzato proprio nei locali della sua Chiesa, che contestava la fiaccolata organizzata da CasaPound e i residenti in onore delle vittime delle foibe. Gli aiuti della Caritas da lui gestita sono destinati soltanto a rom e immigrati e più di una volta ha sostenuto campagne elettorali dei candidati del Pd. Sono noti i suoi progetti a favore di villaggi-rom per tutti coloro che abitano abusivamente il territorio. Arrivò perfino a rifiutarsi di benedire la targa di Alberto Giaquinto, militante del Msi ucciso negli anni ’70, affissa nel parco a lui dedicato. Insieme ad associazioni e partiti di sinistra, Don Franco si oppose anni fa allo sgombero di un insediamento abusivo di rom nella pineta delle Acque Rosse ad Ostia.

Il suo attivismo politico sembra essere ben ricompensato. Don Franco usufruisce dei locali pubblici dell’ex colonia Vittorio Emanuele, assegnati alla Caritas. Un’area limitrofa di molti metri quadri, dopo la chiusura di una scuola elementare che successivamente andò in fiamme, sembra essere stata anch’essa assegnata alla Caritas dopo una spesa pubblica di 900mila euro che servirono per bonificare l’area dall’amianto. Ad ordinare l’operazione e l’assegnazione diretta fu l’ex presidente del X Municipio del Pd Andrea Tassone, poi arrestato perché in affari con le cooperative di Mafia Capitale. Un’altra associazione legata a De Donno, chiamata ‘Volare’, sembra aver chiesto un finanziamento di 28 mila euro a favore dell’ex segretaria della sede del Pd di Nuova Ostia (chiusa per morosità), per i danni ambientali di un incendio (presunto doloso) alla sua edicola, che fece danni irrisori e per cui le indagini sono ancora in corso. La richiesta, stando ad un esposto presentato in municipio, sarebbe stata al fondo FAI. La rete di Don Franco inoltre, costruita negli anni, riguarderebbe molte associazioni sul territorio di Ostia: perfino la Croce Rossa e Libera (che gestì spiagge in modo irregolare).

Il codice canonico parla chiaro ma per ora nessun provvedimento è stato preso dal Vicariato, e, nel territorio che più di tutti rappresenta il fallimento del Pd, alla sinistra non resta che aggrapparsi a questo parroco.

Giuliano Lebelli

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