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Dopo la Francia, il Regno Unito: tutti imitano la tradizionale instabilità politica italiana

by Stelio Fergola
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Francia Regno Unito instabilità

Roma, 8 lug – Anche il Regno Unito precipita nell’instabilità politica. Dopo la Francia, anche oltremanica sembra che si viva una stagione di incertezze di cui, come già ricordavamo qualche settimana fa, noi siamo maestri assoluti.

Regno Unito, l’instabilità dopo la caduta di Johnson

Come abbiamo già scritto a riguardo, Boris Johnson non lascerà immediatamente il suo posto, ma “sopravviverà” fino ad ottobre, ovvero fino a quando i conservatori non sceglieranno un nuovo leader e primo ministro che potrà indire elezioni senza essere obbligato. Una situazione di relativa instabilità che renderà più complicata l’ultima fase di premierato di Johnson stesso, in carica da tre anni (durata fantapolitica rispetto alle medie italiane, bassina per quelle inglesi). Per quanto sia decisamente lontana dagli standard italiani, l’incertezza inglese è singolare, se si pensa anche alla fase che ha preceduto l’incarico dell’attuale premier e alle dimissioni dell’allora primo ministro Theresa May. Siamo, insomma, ben lontani dai dieci anni di mandato di Tony Blair o i sei intrapresi da David Cameron.

L’Italia non è più regina dell’incertezza?

Il dubbio è quanto meno lecito, anche se è probabile che questa sia una fase temporanea (soprattutto nel caso inglese). Sia la Francia che il Regno Unito, infatti, godono di sistemi istituzionali molto più solidi del nostro. Se Parigi può contare sulle rassicurazioni del semipresidenzialismo, Londra ha la relativa fortuna di poter sfruttare il modello monarchico come collante che ripaga la relativa brevità dei suoi ultimi governi (in ogni caso ben più lunghi di quelli italiani), oltre a un sistema politico sostanzialmente dominato da due forze tra loro concorrenti. Ciònonostante, le titubanze degli ultimi mesi non possono non strappare qualche spontanea risata, dovuta a una ragione comparativa piuttosto malinconica: ciò che altrove è visto come un terremoto politico, da noi è l’assoluta e tristissima normalità. Tranne quando il premier è un cosiddetto “tecnico”, sia ben chiaro. In quel caso, tutti si affannano a concedergli ogni cosa, superando anche i limiti – clamorosi – di un sistema ingovernabile.

Stelio Fergola

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1 commento

fabio crociato 9 Luglio 2022 - 12:10

Bisogna sempre più dare l’ idea di un “movimento” in corso per coprire la tragica staticità e povertà di idee e di libertà in essere. Movimenti su… binari morti,

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