Roma, 17 nov – Le Ong trasportano solo il 12% dei clandestini, come riporta tutta la stampa mainstream ivi inclusa – manco a dirlo – Repubblica? Vero. Ma ciò che è avvenuto con il “caso di Gela”, però, ci dimostra per l’ennesima volta quanto le cosiddette “organizzazioni umanitarie” in realtà influiscano su tutta la tratta di esseri umani nel Mediterraneo, o quasi.
“Se ci sono problemi buttateli in mare”
Cosa potrà aver mai motivato l’affermazione intercettata “se ci sono problemi, buttateli in mare?”. Soprattutto, quante altre volte una frase del genere sarà stata pronunciata? Se andiamo a vedere i dati, una risposta al primo quesito ci può anche arrivare, perfino banale e di semplicissima ricezione. Essa riguarda il fatto che le Ong, di fatto, costituiscano un incentivo enorme alle partenze sui barconi, le quali diminuiscono radicalmente quando la loro attività venga rallentata se non addirittura fermata. Non ci vuole un genio per dedurre un’ovvietà. Si organizzano più partenze, è perché si è consci che ci sono le Ong “pronte” a raccogliere i risultati nefasti di un’eventuale traversata andata male. Lo possiamo osservare semplicemente mettendo in fila i dati.
Ong indirettamente responsabili anche degli sbarchi fantasma, lo dicono i dati
I dati ufficiali del ministero sugli sbarchi del 2018 e del 2019 dimostrano pienamente la correlazione indiretta. Se vogliamo essere più completi, anche quelli del 2017, ovvero il primo calo di sbarchi clandestini avvenuto durante il ministero dell’Interno di Marco Minniti, quando si è per lo meno iniziato a parlare di “codici di condotta” per le navi cosiddette umanitarie. Più si ostacolano le Ong – come avvenuto durante il ministero di Matteo Salvini – più calano gli sbarchi. Ma il dato interessante è che calano molto di più di quel presunto “misero” 12% (che misero non è per nulla) riguardante gli “sbarchi ufficiali”, come si può notare chiaramente dai grafici.
Dunque, le Ong trasportano il 12% circa dei clandestini che giungono sul nostro territorio? (Percentile “storico” in più o meno, anche ammettendo che sia una sorta di “massimo”). Sì. Influiscono – seppure indirettamente – sulla grandissima parte degli sbarchi totali? Altrettanto. Ecco perché la frase intercettata nel “caso Gela” è semplicemente quella più logica e rappresentativa della realtà. Se qualcosa va storto, buttateli in mare, con un sottinteso “tanto ci pensano le Ong”. E le partenze, per dirla ricordando un celebre siparietto cabarettistico degli anni Novanta, “si impennano”.
Stelio Fergola