Roma, 6 gen – Il fiume Almone. Ai tempi di Roma antica era un fiume sacro. Ai tempi di Roma “moderna” una “marrana”. Adesso? Una discarica.ย Come ormai รจ triste consuetudine per ogni cosa che riguarda il rispetto della “natura” nella Cittร Eterna, lo stato di totale abbandono in cui versa il terzo fiume della cittร , che scorre attraverso le stupende cornici del Parco della Caffarella e del Parco Regionale dell’Appia Antica รจ ormai sul punto di diventare pericoloso: un tappo rifiuti “vegetali” (ovvero canne) e l’accumulo di rifiuti plastici a breve potrebbe provocare un’esondazione.
Tale emergenza รจ stata piรน volte segnalata alle autoritร competenti dai cittadini: un ulteriore appello al sindaco Virginia Raggi e al presidente della Regione Nicola Zingaretti da parte del Presidente del “Comitato Parco della Caffarella”, Rossana De Stefani, รจ di pochi giorni fa ed รจ rimasto inascoltato. In passato, al fine di evitare questa occlusione di detriti e arbusti, si sistemavano delle griglie. “Perรฒ bisogna effettuarne la manutenzione in assenza della quale tendono, a loro volta, a generare altre dighe. Per questo sono state rimosse” ricorda Roberto Federici, anch’esso attivista del “Comitato per la Caffarella”.
Una prima pulizia del corso d’acqua agli inizi di dicembre, che ha scongiurato il peggio, รจ stata operata dai tali volontari del Parco: ma adesso si tratterebbe di tonnellate di rifiuti per i quali servirebbe l’intervento di operai esperti. A ben vedere, sinora, tutte le operazioni di manutenzione atte a conservare il decoro del fiume “sacro” e dell’ecosistema che lo circonda sono frutto dell’impegno di privati cittadini. Il Comune, al quale gli abitanti di Roma versano le proprie tasse, invece, sembra aver completamente dimenticato il fiume Almone, il Parco della Caffarella e, in generale, la monumentalitร naturale che, tra le altre, caratterizza la capitale d’Italia: e non รจ che l’ennesimo smacco al decoro di una delle cittร piรน belle del mondo, se consideriamo che ai bordi delle sue strade, ad oggi, ancora languiscono i cadaveri degli alberi caduti dopo le piogge di fine Novembre.
Ilaria Paoletti