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Eroi dimenticati: il conte patriota Enrico d'Oncieu de Chaffardon

by La Redazione
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Roma, 29 apr – A Chambery, allora sotto il dominio del Regno d’Italia, nacque Enrico d’Oncieu de Chaffardon il 28 aprile 1875. Nelle sue vene scorreva il sangue degli eroi: d’Oncieu de Chaffardon era imparentato con la famiglia reale dei Savoia tanto che un suo avo aveva difeso la dinastia regnante dall’attacco francese ai danni del Regno di Sardegna durante gli ultimi anni del 1700.
Enrico non fu da meno e, fin da giovanissimo, venne posto subito alla presa con le armi entrando nella Fanteria del Regio Esercito. D’Oncieu de Chaffardon frequenterà anche l’accademia militare uscendo con il grado di sottotenente ma ben presto venne promosso a tenente. Di seguito all’aumento di grado, fu affidato al 67° Reggimento di Fanteria “Palermo” di stanza a Como.
Agli inizi di maggio del 1915 il giovane conte venne promosso capitano e, il 24 maggio, venne posto in Val Camonica a presiedere il confine italiano e diresse le operazioni militari sul Passo del Tonale dove trovarono la morte 800 soldati tra italiani ed austro – ungarici.
Tra ottobre e novembre del 1915 d’Oncieu de Chaffardon ed il suo Reggimento sono sull’Isonzo e, qui, combatteranno la quarta terribile battaglia. Questo scontro fu uno dei più famosi e sanguinari dell’offensiva italiana condotta da Cadorna, fino alla Strafexpedition austriaca, nella quale trovarono la morte 82mila soldati per la conquista di alcune zone di trinceramento abbastanza favorevoli per garantirsi un maggiore controllo sulla zona del fiume friulano.
Nel frattempo era stato nominato comandante del 67° e, l’11 novembre, avanzava verso il Monte San Michele deciso più che mai a conquistare Quota 124. I nemici non attesero a tenere testa e, dopo un lungo tira e molla con le nostre truppe, ottennero la vittoria definitiva il 24 novembre. Il 25 novembre, deciso più che mai a non cedere al nemico, Enrico d’Oncieu de Chaffardon rese omaggio al sangue blu di guerriero che scorreva vitale in lui e, uscito dalla sua trincea, caricò il nemico. Un colpo di fucile, però, lo freddò immediatamente.
All’eroe di Peteano venne concessa la medaglia d’argento al valor militare “Comandante di battaglione, lo portava all’assalto con mirabile slancio e coraggio. Per primo giungeva sulla trincea nemica, rimanendo ferito mortalmente; nonostante ciò, incitava ancora i propri soldati ad avanzare per occupare la posizione che già nei giorni precedenti era stata più volte presa e poi perduta, ed a rafforzarvisi per resistere ai violenti e continui contrattacchi dell’avversario”.
Tommaso Lunardi

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2 comments

G. Parisi 29 Aprile 2018 - 10:03

C’é un errore, che nulla toglie alla caratura dell’roe.
Nel 1875 Chamberí non era giá piú parte del regno di Sardegna poi futuro Regno d’Italia.

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Pierre X. ANGLEYS 4 Novembre 2020 - 9:11

Questo commento e veridico. Chambéry già era parte della Repubblica Francese dal 1860, data dell’annessione della Savoia a la Francia. Pero, Enrico non era nato a Chambéry. Era nato a Rovigo il 28 aprile 1875. Il padre di Enrico era Paolo d’Oncieu de Chaffardon 1844-1907 e aveva scelto la nazionalità del nuovo Regno d’Italia nel 1860. La madre era Lucie Angleys 1848-1891, sposata a Chambéry nel 1870.

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