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Eroi dimenticati: Federico Ferrari-Orsi, il generale fondatore del Torino

by Tommaso Lunardi
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Roma, 20 ott – Il Torino è una delle squadre di calcio più famose nel panorama calcistico italiano e mondiale non solo per il suo straordinario palmares ma per i personaggi che l’hanno resa “grande”. Federico Ferrari-Orsi era uno di questi.
UNIVERSITARIO E CALCIATORE
Federico Ferrari-Orsi nacque il 18 dicembre 1886 a Rivoli, nei pressi di Torino. Grande studioso, completò brillantemente gli studi classici per poi affrontare la facoltà di giurisprudenza con lo stesso ardimento. Come ogni adolescente, però, Orsi aveva un’altra cosa in testa oltre allo studio: il calcio. Nel 1906, assieme ad altri amici e con l’aiuto di alcuni imprenditori, fondò il Torino F.C. e, l’anno successivo, vestì la maglia granata nel derby contro la Juventus. Il Torino vinse 2 a 1 grazie alla decisiva rete proprio di Orsi. Pochi anni dopo, Ferrari-Orsi decise di abbandonare la breve ma, comunque, intensa carriera di calciatore abbracciando quella da militare. Nel 1909 frequentò la Regia Accademia di Modena uscendone con il grado di sottotenente ed immediatamente affidato al 25° Reggimento “Lancieri di Modena”.
IL COMANDANTE DEGLI SPAHIS
Nel 1912 ottenne la promozione a tenente e venne mandato in Libia a sostenere il 18° Reggimento Cavalleggeri di Piacenza. Fino al 1916 ottenne ben due croci di guerra e una medaglia di bronzo al valor militare in quanto “[…], saputo che una sezione era stata seppellita in una caverna franata a causa dello scoppio di proiettili nemici di grosso calibro, si recava subito sul posto, e sotto il persistente bombardamento avversario, con l’aiuto dei meno gravemente colpiti, traeva in salvo sei serventi”. Il suo ritorno in Patria coincise con il suo contributo sul fronte italiano. Il genio militare di Federico Ferrari-Orsi gli valsero una medaglia d’argento al valor militare e due di bronzo. Impavido e coraggioso come possiamo leggere, infatti: “Ferito non lievemente al collo due giorni prima dell’azione, rifiutava di entrare all’ospedale, e assunto il comando della sua batteria, ne dirigeva brillantemente il tiro, mirabile esempio di fermezza e di salde virtù militari”. Terminò l’esperienza bellica con il grado di capitano. Una breve esperienza in Anatolia separa Ferrari-Orsi dal ritorno in Libia, alla guida degli Spahis, le truppe coloniali a cavallo. Distintosi ancora in Cirenaica, tornò in Patria con il grado di colonnello con altre due medaglie d’argento al valor militare e due croci di guerra.
GENERALE IN JUGOSLAVIA ED EGITTO
Ferrari-Orsi venne chiamato alle armi nel 1940, pronto per preparare l’offensiva ad est, obiettivo: la Jugoslavia. Divenne comandante della 1° divisione Celere “Eugenio di Savoia”. Pochi mesi dopo ottenne anche il grado di generale di divisione proprio durante la campagna dei Balcani. Un anno dopo, nell’estate del 1942, Ferrari venne mandato a combattere in Africa, a capo del X corpo d’armata.
Il 18 ottobre 1942 a Deir el Munassib, il fondatore del Torino e pluridecorato eroe di guerra Federico Ferrari-Orsi morì dopo aver pestato una mina nascosta sotto la sabbia del deserto egiziano. In suo ricordo ed in suo onore gli venne conferita una medaglia d’oro al valor militare recitante: “Comandante di Corpo d’Armata fortemente impegnato sul fronte egiziano, in ripetute difficili circostanze faceva rifulgere, oltre ogni limite di audacia, soldato fra i soldati, le sue mirabili doti di valorosissimo condottiero. Più volte decorato nelle guerre precedenti, ovunque presente nel teatro della battaglia, nulla risparmiava a sé stesso pur di assicurare, anche con l’efficacia dell’esempio, il conseguimento degli obiettivi assegnati alla sua unità. Portatosi, incurante del gravissimo ed imminente pericolo cui s’esponeva, sulla linea più avanzata in zona aspramente battuta e contesa dall’avversario, alfine di ispezionare alcuni dispositivi di sicurezza, cadeva colpito a morte, suggellando con il supremo sacrificio della vita la sua nobile ed eroica esistenza. Puro simbolo d’ogni più alta virtù militare”.
Tommaso Lunardi

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blackwater 20 Ottobre 2018 - 2:37

amo particolarmente questi capitoli del Primato Nazionale sui nostri Eroi del passato,in ispecie quando un ministro della difesa attuale (tal Elisabetta Trenta) pubblica sulla sua pagina sociale uno “spot” riferito al 4 Novembre ove le nostre FFAA attuali vengono presentate come una sorta di “protezione civile – CRI” in mimetica.
spero prossimamente di leggere qualcosa sul Tenente Pilota Caccia Nino Pittini da me personalmente conosciuto negli anni ’90, quando da ex Pilota militare gravemente ferito in combattimento aereo,pur con un pezzo di gamba amputata usava far acrobazia aerea in ALIANTE negli Air Show,generalmente prima della Esibizione della PAN.
grazie al bravissimo Tommaso Lunardi nel riassumere e ricordare splendide figure di Italiani in divisa che questo squallido presente mai potrà cancellare.

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