Sarà solo a dieci anni esatti dall’edizione originale che comparirà, presso Hoepli, la traduzione italiana del saggio guénoniano. Sponsor e traduttore il solito Evola, che vedeva nell’Italia
Proprio quest’ultimo si è impegnato in un complesso compito di confronto fra la prima e la seconda edizione francese (del 1946), fra le tre edizioni italiane (1937, 1953, 1972), e fra edizione francese e traduzione italiana. Il responso è che comunque l’operazione evoliana – indubbiamente disinvolta – non falsificò o politicizzò nulla. Né, in ogni caso, Guénon avrà mai da lamentarsi di una traduzione a cui riconoscerà anzi il crisma dell’ufficialità. Identica, fra i due, era la distanza dalla “età oscura” delle antiche profezie, che entrambi vedevano compiersi all’ombra del progresso occidentale. Ma Evola evocava anche eroi che, portando il sole nel cuore, rendessero possibile in ogni momento un nuovo manifestarsi dell’origine. Guénon ci credeva talmente poco che, nel frattempo, era salpato per l’Egitto col nome iniziatico di Abdel Wahid Yahia. Non farà mai più ritorno.
Adriano Scianca
1 commento
è tornato ora sul barcone…