Senza voler essere a tutti i costi reazionari – ma anzi dirigendosi nella direzione diametralmente opposta – prima degli anni ‘90 (“ai tempi miei” dirà qualcuno, ndr), l’assenza di informazione e comunicazione capillare favoriva l’esplorazione della fantasia. Era tutto un fioccare di Sci-Fi, Fantasy o Horror senza limiti razionali percepibili. Inutile citare le miriadi di pellicole del genere prodotte in quel periodo. Oggi invece, in un’epoca in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante, l’esplorazione si sostanzia nella “forma” (vedi il caso del film russo “Hardcore!”) divenendo però al contempo totalmente incapace di spostare l’asticella della fantasia di qualche centimetro più in là. Giusto qualche “eroe”, nell’accezione solitaria del termine (qualcuno ha detto Nolan?) sta tentando in quella direzione. Il resto della macchina (da guerra) cinematografica preferisce invece puntare sul già visto: tanto, si pensa, le generazioni si avvicendano ed il passato si riesce a riproporre in forme sempre nuove. Dimenticando però che i curiosi, gli esploratori, cercheranno sempre nel principio l’essenza, e mai nella copia.
Hollywood, il cinema intero, non è che lo specchio di ciò che ci circonda. Viviamo in un momento storico in cui Wikipedia, la tivù, i giornali, i social network, ci spiegano tutto. Sarebbe forse il caso di smetterla, almeno per un po’, di prestargli ascolto.
Davide Trovato