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Fare figli non è un obbligo, è un dovere

by Francesco Boco
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figliRoma, 3 set – Il segno inequivocabile della decadenza sta nel dover ribadire e motivare cose normalmente considerate ovvie. È così ad esempio nei rapporti di coppia (la fiducia reciproca) ed è così naturalmente per quel che riguarda la comunità dei cittadini. Ultima in ordine di tempo la campagna per la fertilità, che proprio non si capisce perché titolarla in inglese, non fa che richiamare l’attenzione su dati elementari su cui si è costretti a insistere perché la situazione anche dal punto di vista demografico appare sempre più disperata. I dati statistici, non di oggi ma vecchi di qualche anno, parlano chiaro e si sarebbero dovute avviare politiche demografiche organiche e razionali già da tempo. Ciò detto il vespaio di polemiche contro l’iniziativa del Ministero della Salute appare francamente eccessivo e strumentale. Non è compito di quel Ministero promuovere politiche economiche e sociali di aiuto alla famiglia, dovrebbe invece essere un governo realmente al servizio del suo popolo a preoccuparsi di creare le migliori condizioni a tutto campo per favorire il formarsi di nuove famiglie e incrementare le nascite. Visto il governo attuale e l’incapacità dei politici italiani, bisogna tuttavia accogliere questo tentativo di sensibilizzazione come un segnale verso una possibile presa di coscienza di un problema non più rinviabile. Le risposte della Lorenzin alle critiche ricevute, peraltro, sembrano ben più ragionate e coerenti degli squilibri ormonali dei molti sterili dell’anima. Per lo meno il tentativo è stato fatto.

Un dato su tutti va ribadito: lo Stato deve farsi carico dei contributi della maternità, così da evitare lo sconfortante e assai diffuso spettacolo di aziende private che chiedono esplicitamente alle proprie dipendenti di non avere figli, dato che non potrebbero permettersi di pagare i contributi e assumere un sostituto. Viene da chiedersi dove siano tutte le neo-femministe istituzionali quando si tratta di temi di così delicata e scottante attualità. Altro spunto polemico nei confronti di questo governo potrebbe consistere nel chiedersi dove stia la coerenza nell’indicare da un lato lo sballo e il fumo di sigaretta tra le prime cause di sterilità, e dall’altro annunciare l’intenzione di legalizzare la cannabis. Misteri di menti contorte. La stragrande maggioranza delle polemiche contro la giornata della fertilità sono il segno dei tempi. Rispecchiano cioè con plastica chiarezza le cause principali della decadenza della civiltà europea e dei suoi assi portanti. Tutte le voci più o meno “autorevoli” sollevatesi fanno appello alla libertà personale e al fatto che la campagna sull’orologio biologico – specie femminile – sarebbe offensiva nei confronti di chi per motivi di salute o economici non può avere figli. Che le motivazioni agitate dai paladini dei diritti civili e delle minoranze siano del tutto strumentali è chiaro a chiunque, come risulta altrettanto evidente che proprio l’insistenza sulla libertà di scelta è una delle cause principali della crisi demografica e dell’infantilismo diffuso in persone che hanno da tempo superato l’adolescenza. Fatto curioso, la stragrande maggioranza dei difensori dei diritti civili non ha problemi economici di sorta ma ben si guarda dal fare figli o dal prendersene cura giornalmente – dunque parla di cose che neppure conosce. C’è da augurarsi che scelgano sempre di privilegiare la carriera e di non avere figli. Sarà consolante sapere che non ci sarà storia a prolungare il loro nome.

Birth_rate_figures_for_countriesAl di là del marasma di osservazioni possibili e doverose, appare nel complesso chiaro che la maggioranza delle persone non sente più alcun dovere nei confronti della propria nazione e del proprio popolo. I legami comunitari si sono allentati, il senso di continuità tra generazioni ha perso il suo significato profondo, l’eredità culturale di secoli e millenni non tocca più le corde di menti e spiriti inariditi e distratti. Le generazioni nate dopo gli anni ‘60 danno facilmente per scontato e acquisito tutto ciò che le circonda, ogni conquista della civiltà europea e italiana, che ha richiesto decenni se non secoli, non viene più apprezzato e compreso in tutta la sua portata. Il patrimonio inestimabile della civiltà “occidentale”, i valori di cui si sente spesso cianciare dagli stessi difensori dei diritti civili di cui sopra, è di fatto un qualcosa di astratto, sconnesso dalla vita di tutti i giorni, un ricordo consegnato a musei e libri impolverati. Di tanto in tanto fa erudito citare qualche autore classico o richiamare la bellezza di un dipinto rinascimentale, ma i gesti estemporanei e del tutto di facciata non fanno che evidenziare con maggior forza il vuoto di appartenenza. Ognuno appartiene a sé stesso e il motto “cogli l’attimo” non fa che esaltare la totale assenza di proiezione nel futuro, l’assenza di previsione e progettualità storica. Non si vuole comprendere la portata epocale della massima autoevidente: “regresso delle nascite: morte dei popoli”. Se il popolo italiano muore, si dice, saranno altre popolazioni a prendere il posto di chi prima abitava la penisola e il continente. Come se la cultura fosse un qualcosa di intercambiabile e di neutro. Con chi la pensa così non vale neppure la pena discutere e, anzi, c’è da augurare loro una lieta vecchiaia senza il fastidio di figli e nipotini. Per tutti gli altri, pochi, può valere il monito lanciato qualche anno fa dal film I figli degli uomini. In un mondo distopico qualche anno avanti nel futuro, la popolazione umana sta invecchiando irrecuperabilmente, complice la totale assenza di nuovi nati. I giorni passano contando la distanza dall’ultima nascita. Quando viene scoperta una donna africana incinta, scatta una caccia all’uomo generalizzata che si concluderà con la salvezza della donna, vista anche dai più spietati banditi come un essere quasi sacro. Guardando oltre il terzomondismo di maniera e le ovvie caratterizzazioni dei personaggi, il film parla direttamente al mondo occidentale e all’Europa, si rivolge a quella civiltà che è già oggi chiamata in causa dalla crescente sterilità e dal calo demografico. È del tutto evidente infatti che né l’Africa, né l’America Latina né i Paesi Arabi soffrano di denatalità e invecchiamento della popolazione, tutt’altro. E c’è da supporre che sceneggiatore e regista avessero ben chiaro che la sola parte del mondo realmente affetta da questi fenomeni, nel presente, sono tutti i paesi cosiddetti occidentali. Le cause sono molteplici, ma se non si opererà in maniera organica sul piano economico, politico, sanitario ed educativo è probabile che la situazione prefigurata nella pellicola si realizzerà. Quando non si sentiranno più le risate dei bambini nei giardini e nelle città, allora sarà chiaro che gli italiani non avranno più alcun possibile futuro.

Francesco Boco

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9 comments

rino 3 Settembre 2016 - 10:13

Il problema è in gran parte culturale. Dirò ciò che gli occidentalisti più spinti bollano come retrogrado ma che purtroppo è la dura realtà.
I figli da noi non si fanno perché le fammine non vengono più educate a diventare madri ma individui che devono trovare la loro soddisfazione e gratificazione personale nel mercato del lavoro per mostrare di valere tanto quanto un uomo se non di più.
Cosa hanno le società del terzo mondo che non abbiamo più noi?
La differenza di ruoli nella società tra uomo e donna. Quella di cui noi ci vantiamo essere come una conquista è la vittoria della decadenza e della morte.
Giratevi attorno e guardate come funziona ogni organismo del creato: dalla più piccola particella agli esseri complessi come l’uomo. Non c’è niente che si autiriproduce senza che prima abbia creato al suo interno una polarizzazione di compiti.
Nell’astronomia antica si pensava che il moto degli astri era di tipo circolare perché vi era il pregiudizio che il cerchio fosse la figura perfetta e gli astri essendo posizionati in un luogo dall’alto valore simbolico dovessero rispecchiare ancora di più la veridicità di quest’assioma platonico. Bisognò attendere Keplero con le sue leggi sul moto per asserire che gli astri si muovono su orbite ellittiche e non circolari. In un circolo non esistono differenze tra una parte e l’altra: ogni punto è uguale all’ altro e non può avere origine una distinzione di funzioni. Il movimenti ellittico rispecchia invece l’esigenza della polarità così come fanno le stagioni durante l’anno. Ogni cosa che fa parte della fisica funziona così (probabilmente non ciò che appartiene al mondo metafisico: ma evidentemente non è quello il nostro mondo). La cultura occidentale ha appiattito le differenze, ma senza differenze semplicemente ci si estingue. Scusate se sono stato prolisso ma ho cercato di far capire un aspetto secondo me troppo sottovalutato.

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Stefano Schiavon 5 Settembre 2016 - 12:15

Condivido. Grazie.

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Laura 24 Settembre 2016 - 12:26

Buongiorno. Mi chiamo Laura. Donna senza figli. Condivido in parte ciò che ha detto rino. Però aggiungerei che questo “appiattimento dei ruoli” non riguarda però solo le donne, ormai prese dal voler lavorare per dimostrare di valere tanto quanto un uomo se non di più (cosa ci sarebbe poi di male non lo so), ma riguarda anche gli uomini:
uno dei motivi per cui personalmente (man on solo io ) non voglio figli (decisione maturata da adulta, dal momento che sono cresciuta con l’idea che i figli,invece,li avrei voluti e fatti!) è che manca un UOMO nel vero senso della parola.
Cosa me ne faccio di uno che magari un figlio con me lo farebbe pure, certo, ma in casa non muove un dito perchè è compito della donna (peccato che non è in grado di portare a casa uno stipendio decente tale da permettermi di stare a casa a fare la mamma e moglie, obbligandomi così ad andare a lavorare altrimenti non si mangia. Badate bene: uno stipendio decente per poter vivere, non per fare baggianate tipo aperitivi, shopping, ecc.
Quindi oggi la donna DEVE sia lavorare che avere tutti gli altri compiti: fare figli,accudirli,pulire casa,farvi da mangiare, fare il bucato,……Ti sembra giusto? ) , che permette alla propria madre di mettere becco nella conduzione della nostra famiglia (eh la mamma è sempre la mamma no?), che cura il look più di me (non dico di farsi la doccia una volta a settimana, ma specchiarsi e essere alla moda??), che passa de tempo a guardare Belen o altre al pc o cellulare (???), che passa del tempo a ridacchiare per filmati idioti su youtube coi suoi amici 40enni bambinoni quanto lui (??), che “i figli ci vogliono” e commentano negativamente le donne che non fanno figli però loro non sono nemmeno in gradi di restare fedeli.
Ah la donna li deve sopportare.
Ah, e nemmeno ti sposa, figli sì, certo, così la donna accudisce i figli e lui (che torna ad essere un bambinone da accudire, con la propria madre sempre pronta a criticare la povera nuora come se lui, il bambinone, fosse un bambino), ma non ti sposa. Quanti uomini veri ci sono oggi?

La società è cambiata anche per voi maschi.
Non giriamoci troppo intorno.

Ditemi dove trovare un uomo che non si gira a guardare il sedere di ogni “sgallettata modernista” coi tacchi e pantaloni aderenti che passa, che ti guarda negli occhi quando ti parla, che tenga il cellulare in tasca e non lo tiri fuori in continuazione, che al ristorante non metta il cellulare sul tavolo o comunque non lo abbia sempre in mano, che usi il cellulare solo per cose urgenti e non filmati idioti o per fare selfie o vedere donne, che si voglia prendere l’impegno di sposarsi, che sia un gran lavoratore che guadagni a sufficienza per permettere alla propria moglie di stare a casa a crescere i figli e non impazzire dietro lavoro-casa-figli, che tenga la propria madre fuori dalla conduzione femiliare (senza far stare male la propria moglie), che non obblighi ai pranzi della domenica, che non spenda per farsi lampade o tatuaggi o per avere look alla moda, che sia serio e lavoratore.
Dove?

Nemmeno gli uomini oggi vengono educati più a essere uomini.
Ma eterni bambinoni, tutti tatuati, con look alla moda, sigarettina in una mano e cellulare nell’altra, provetti ballerini modaioli , e non gliene frega niente nè di sposare la propria donna, nè di essere cavalieri (quanti citofonano ancora e accompagnano la donna alla porta, o le aprono la portiera o sistemano la sedia per farle accomodare) nè di CRESCERE e diventare uomini, anche di fronte alla propria madre che a momenti gli metterebbe ancora il bavaglino.

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Laura 24 Settembre 2016 - 12:33

Riguardo l’articolo, invece , vorrei dire che in Italia siamo più di 60 milioni= sovrappopolazione.
L’assioma “regresso delle nascite: morte dei popoli” avrebbe senso se la vita media fosse di 30 anni o giù di lì, non si fanno più figli o se ne fanno pochi.
Ma dal momento che nel mondo, e in Italia, c’è una sovrappopolazione immensa, ha senso?
E’ vero, non c’è più il baby boom; è vero, ci sono molti anziani.
Però è anche vero che 60 milioni in Italia sono troppi; è anche vero che ci sono tanti anziani perchè sono figli del baby boom e la vita media si è allungata.

Riguardo il film “I figli degli uomini”, ne vidi un pezzo: ma avete visto che mondo di m**** che era? Non perchè non si facevano figli, ma perchè c’era troppa gente, tutto cemento, caos, sporcizia, migrazioni di massa enormi…….. Onestamente, dai ,ma vi sembrava il mondo ideale dove dire: dai, facciamo tanti bei bambini??
Per metterli dove, scusate?
Ma gli occhi li avete?
Sul serio.

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Laura 24 Settembre 2016 - 12:50

Ah, ultima cosa: io non sono una femminista incallita, una carrierista o simili. Sono una persona molto tranquilla, tanto da essere stata spesso oggetto di prese in giro perchè non esco a ballare, non mi ubriaco, non fumo, non seguo la moda. E oggi perchè ,, non faccio figli. Eppure a me una famiglia sarebbe piaciuta, ma in un mondo meno sovrappopolato, più verde, con un vero uomo e non quallo da me descritto sopra. Un mondo meno banale, meno consumista, dove fare 1 figlio non vuol dire aprirsi un mutuo o doverlo iscrivere a 3 sport e comprargli il cellulare altrimenti sarà oggetto di scherno.
Un mondo dove l’uomo non è quello che “i figli ci vogliono” e “la mia donna mi cucina” però ha 2 amanti fuori casa e la propria madre che critica la donna “ufficiale” mentre lui sta muto.

E non dite di no. E’ così. I valori sono crollati.
Io non penso che il fatto che si facciano meno figli sia un valore che crolla.
Anzi: io penso che i valori non ci sono (quasi) più, pertanto molti non fanno figli in un mondo senza valori.

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FB 24 Settembre 2016 - 2:33

Laura, l’attacco era rivolto a tutti quei “guerrieri dei diritti civili” che sono sempre disposti a difendere tutti tranne il proprio popolo, nello specifico i figli delle coppie italiane. Credo che su queste pagine sia stato abbondantemente ribadito che il problema più grosso sia l’assenza di padri in tutte le declinazioni possibili. Questo naturalmente non prevede un ritorno alla figura del “padre padrone” ma a una vita di coppia equilibrata che manca.
Il fatto che in Italia non sussista il problema dello spopolamento è vero se non si considera il dato relativo all’immigrazione, con cui bisognerà confrontarsi nei prossimi anni. Se gli italiani fanno pochi figli in un paese dove sono i soli abitanti il problema può anche non sussistere, dal momento in cui cui a livello economico e sociale non ne risentano gli assetti pubblici. Ma il problema sorge quando una popolazione che invecchia si trova di fronte popolazioni di altre culture, aggressive, vitali e in crescita demografica. Per questo ha senso richiamare il film “I figli degli uomini”, perchè mostra la fotografia del mondo di domani, dove gli europei vivono asserragliati e solo gli immigrati fanno figli.

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FB 24 Settembre 2016 - 2:34

Ciò detto, i suoi motivi per essere scoraggiata nei confronti del sesso maschile sono giustificabili, ma forse cambiando ambienti torverebbe di meglio.

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Laura 1 Ottobre 2016 - 1:20

Ritardo nella mia risposta.
Certo, finchè mi dice che ci sono quelli che sono “disposti a difendere tutti tranne il proprio popolo, nello specifico i figli delle coppie italiane”, non posso che essere d’accordo con lei. Se mi dice che l’articolo voleva dire questo, sono pienamente d’accordo.

Tuttavia il titolo recita chiaramente che “fare figli non è un obbligo, ma un dovere”.
Trovo già vergognoso considerarlo un obbligo, ma un dovere poi..
Dovere verso?
Una considerazione del genere apre le porte ad altri più aberranti pensieri, del tipo che il corpo della donna è solo un’incubatrice a uso e consumo maschile o della medicina che vi impianta embrioni (altrimenti non serve), e che la donna vale solo se madre e quanti più figli faccia (e purtroppo questa cosa me la sono sentita già dire in diverse occasioni, quindi non è fantascienza), oppure che ,essendo un dovere, chi non fa figli andrebbe “punito” (con tasse più alte per esempio), cosa peraltro già avvenuta nella storia.
Lo trovo ingiusto.

Fare figli credo debba essere innanzitutto un piacere, una scelta ponderata, un desiderio nato e sentito dalla coppia, senza inutili considerazioni sociali (amici e suoceri che incalzano) o considerazioni come questa del dovere.

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Laura 1 Ottobre 2016 - 1:37

Sul film “I figli degli uomini”, in questo mondo di domani dove gli “europei vivono asserragliati e solo gli immigrati fanno figli” , sì è vero.

Io però ci vedo anche chiaramente,ancora una volta lo ribadisco, che in generale, a livello mondiale ,siamo troppi e il mondo fa proprio schifo (scusi ma un’altra parola sarebbe meno indicata), grigio, inquinato, strapieno di gente,…
(ovviamente è totalmente ideologico -e mi pare lo si dica nell’articolo- far vedere che ancora una volta sono gli immigrati a rappresentare una salvezza per l’occidente ormai sterile, facendo figli -come già fanno ora, cattivoni occidentali che non siamo altro-.
Vabè.)

Il vero problema MONDIALE (il maiuscolo intente sottolineare che non si tratta di un problema locale,solo italiano) è che siamo troppi, e che altri popoli fanno troppi figli, non cento che in occidente se ne fanno meno.
Ci sono troppi anziani in giro perchè dalla rivoluzione industriale e con le scoperte scientifiche (vaccini, cure varie,ecc) l’aspettativa di vita è aumentata (oltre 80 anni), e contemporaneamente non si fanno più 10 figli a coppia in media.

Se poi preferiamo tornare a vivere come,per esempio, in certi paesi africani dove l’aspettativa di vita non arriva nemmeno a 25 anni e dove si fanno tanti figli (ecco perchè l’età media è così bassa!!), con una mortalità infantile elevata, non so……

Il vero “dovere” secondo me è di educare l’umanità a fare meno figli, così da non distruggere il nostro pianeta e vivere meglio tutti.
E ovviamente, per attuare ciò, iniziando a non fare entrare valanghe di persone da altri paesi, ma sicuramente non aumentando la natalità da noi con questi richiami ai “doveri” o simili, ma semmai aiutando loro a far calare la loro!

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