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Il fascismo “percepito”: la nuova frontiera del politicamente corretto

by Francesco Borgonovo
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Questo articolo, che illustra l’uso inappropriato che la sinistra fa del concetto di fascismo, è stato pubblicato sul Primato Nazionale di gennaio 2018

Da tempo siamo abituati a sentir parlare, nei telegiornali che vanno in onda nei mesi estivi, di «temperatura percepita». Se, per esempio, fuori ci sono 30 gradi, a causa dell’umidità il nostro corpo ne percepisce molti di più, e noi ci sentiamo esausti come se – appunto – ce ne fossero 38. Secondo alcuni esperti, ragionamenti simili sarebbero del tutto infondati dal punto di vista scientifico. Eppure, essi travalicano i confini della meteorologia per entrare con prepotenza nell’ambito politico, filosofico e sociologico. Oggi, oltre alla temperatura percepita, esistono pure il fascismo percepito e il razzismo percepito.

Un ex ministro partigiano

L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) con il fazzoletto dell’Anpi

Di solito funziona così: l’esponente progressista di turno, infastidito da un movimento politico identitario o «populista», sostiene che esso sia «fascista» e «razzista». Per applicare tali categorie, però, è costretto ad allargare a dismisura la definizione di fascismo e di razzismo, svuotandola di senso. Facciamo un esempio pratico. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha dichiarato in un’intervista a Repubblica: «L’interpretazione della legge Scelba è stata ed è troppo riduttiva. Se devi dimostrare che ci sono finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, non sempre l’applicazione risulta efficace. Perché molti gruppi dissimulano. Formalmente non vogliono ricostituire il partito fascista, ma nella pratica portano avanti messaggi e ideologie che riconducono al fascismo». Chiaro il concetto, no? Il tale movimento politico non si definisce «fascista» e non punta a ricostruire il partito fascista storico. Come faccio, allora, a colpirlo e, magari, a scioglierlo? Semplice: allargo la definizione di fascismo. Dico che, esplicitamente, quel particolare movimento non è fascista, ma solo perché «dissimula».

Due pesi e due misure

Provate ad applicare lo stesso metodo in una situazione diversa. Prendete, per esempio, un’associazione culturale islamica. Seguendo il ragionamento di Orlando, potremmo dire: quei musulmani non sono terroristi, in apparenza. Ma solo perché dissimulano. Ecco, se qualcuno dicesse una cosa del genere, sicuramente verrebbe tacciato di islamofobia, e poi di razzismo, di odio razziale eccetera. Perché esistono alcune categorie protette (le famose «minoranze») per cui le distinzioni valgono e sono importantissime. E altre categorie (i fasci) con cui invece bisogna usare il badile. Con i movimenti identitari, le definizioni si possono allargare a piacimento.

I concetti sgraditi
vengono dilatati
a piacimento
per poter meglio
colpire il nemico

Viene da chiedersi: ma se volete punire chi si oppone all’immigrazione sregolata o chi difende i confini, perché non creare una apposita categoria? Perché dovete dire che sono fascisti o razzisti? Di nuovo, la risposta è semplice: perché le parole «fascismo» e «razzismo» evocano immediatamente il Nemico. Se spieghi a un elettore del Pd che chi vuole mettere un limite all’accoglienza è cattivo, c’è il caso che quell’elettore ti risponda che non è vero, e che pure lui è d’accordo a fermare l’invasione o per lo meno a contenerla. Ma se dimostri a quell’elettore del Pd che chi vuole fermare l’invasione è fascista e razzista, beh, a quel punto la faccenda cambia, e scatta il riflesso condizionato dell’antifascismo.

Il grande calderone

Ecco, allora, che tutti gli avversari politici diventano fascisti e razzisti.  Fascista e razzista (e sessista, perché pure la definizione di sessismo viene dilatata a dismisura) è, per esempio, Donald Trump. A proposito del presidente americano, vale la pena di citare quel che scrive Enzo Traverso, politologo della Cornell University. Traverso, come si legge sulla quarta di copertina del suo saggio I nuovi volti del fascismo, «suggerisce la nozione di postfascismo. Non più fascismo, ma neppure qualcosa di completamente nuovo e diverso». Insomma, trattasi di un altro esempio concreto dell’allargamento delle categorie cui accennavano poco fa. Beh, persino Traverso sostiene che «non possiamo sovrapporre il profilo di Trump a un paradigma fascista nato negli anni tra le due guerre mondiali». Tuttavia, sui giornali di mezzo mondo – in particolare quelli italiani – The Donald è stato presentato come un fascista fatto e finito.

Il padre spirituale
di queste nuove
teorie è senz’altro
Umberto Eco

La filosofa Donatella De Cesare

Paradossi come questo rendono bene l’idea della confusione ideologica che regna nel mondo progressista. Ci sarebbe da riderne, se non si trattasse di una questione serissima, che riguarda processi, condanne e limitazioni della libertà. Perché allargare il concetto di fascismo serve a questo: a punire chi non si piega e chi non si adegua. A esercitare un controllo sempre più pervasivo. Lo stesso accade con il razzismo. Anche in questo caso nascono nuove categorie, per esempio quella di «neorazzismo» ideata dalla filosofa Donatella Di Cesare. Costei parla di un razzismo che «seguita a discriminare, ma non “in nome della razza”. Un razzismo che non dice, ad esempio, “gettiamo a mare quei negroni”, ma parla di “respingimenti” e del necessario “rimpatrio degli immigrati”». Il neorazzismo – prosegue la signora – «sceglie pratiche inedite, preferisce un nuovo vocabolario», fa leva «sul timore del declassamento e se ne serve in difesa dell’identità nazionale». Capito? In base a questa definizione «larga», razzista non è solo chi discrimina su basi biologiche, ma chiunque rifiuti, per esempio, di accogliere gli immigrati. O chiunque difenda l’identità nazionale. In pratica, ogni persona che abbia idee diverse da quelle della sinistra multiculturalista.

Un fascismo immaginario

Il padre spirituale di tutte queste nuove teorie è senz’altro Umberto Eco. Durante una lezione alla Columbia University, alla metà degli anni Novanta, il semiologo tracciò un «identikit del fascista». «Il fascismo è diventato un termine che si adatta a tutto perché è possibile eliminare da un regime fascista uno o più aspetti, e lo si potrà sempre riconoscere per fascista», spiegò il professorone. Poi aggiunse: «Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’Ur-Fascismo, o il Fascismo Eterno. Tali caratteristiche non possono venire irreggimentate in un sistema; molte si contraddicono reciprocamente, e sono tipiche di altre forme di dispotismo o di fanatismo. Ma è sufficiente che una di loro sia presente per far coagulare una nebulosa fascista». Ah, la «nebulosa fascista». Vi rientrano, per esempio, tutti i movimenti che adottino il «culto della tradizione». Dunque anche i cattolici tradizionalisti. O alcuni pagani. Anche se costoro, magari, non si definiscono affatto fascisti.

Leggi anche: Umberto Eco: l’Ur-Antifascista che ridusse il pensiero a vigilanza democratica

Secondo le categorie di Eco, sarebbero fascisti tutti i pensatori che Antoine Compagnon, studioso di letteratura francese, ha analizzato nel corposo saggio Gli antimoderni. Compagnon ha composto un eccellente catalogo di illustri personalità della cultura, che presentano un tratto comune: si oppongono a quello che Charles Peguy definiva il «mondo moderno». Antilluministi, controrivoluzionari, conservatori. Beh, costoro sarebbero – secondo Eco – tutti fascisti: da Joseph de Maistre a Roland Barthes. È evidente che qui il danno è doppio. Non solo si stringono le maglie attorno agli avversari per colpirli meglio. Ma si impedisce ai più di comprendere davvero che cosa sia il fascismo. In questo modo, la definizione di fascismo è univoca, esso diventa il «male assoluto», a prescindere da ogni contesto storico, politico, culturale. Fascismo, razzismo, nazismo, xenofobia, totalitarismo, dittatura, violenza: divengono parole intercambiabili, sinonimi utili a descrivere il Nemico. Un Nemico che va distrutto con ogni mezzo necessario, compresa la menzogna.

Francesco Borgonovo

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7 comments

Il fascismo "percepito": la nuova frontiera del politicamente corretto | NUTesla | The Informant 23 Marzo 2019 - 7:05

[…] Author: Il Primato Nazionale […]

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Cesare 23 Marzo 2019 - 9:44

Sono i banchieri usurai globalisti che si sono appropriati della stampa privata a costo zero della moneta(la BCE è privata) per schiavizzare intere nazioni a opporsi in ogni modo ,con i loro pennivendoli e burattini traditori vari, al concetto di fascismo poichè esso riguarda la libertà e autodeterminazione di una nazione, cosa che loro avversano in ogni modo.
Il fascismo, avendo garantito la sovranità del popolo italiano ed enormi lavori pubblici tramite il controllo del sistema bancario e della creazione di moneta con le leggi bancarie del 1936 attuate dal Duce, fu ed è il nemico primario degli usurai globalisti.Questi giurarono vendetta già nel 1936 nei confronti del fascismo che gli aveva levato il controllo del denaro in Italia(restituito nel 1992 dai traditori con le privatizzazioni delle ex banche pubbliche e banca d’italia).
A tal fine sempre nel 1936 i banchieri privati stranieri ci imposero le sanzioni tramite la loro Società delle nazioni(oggi ONU)con la scusa dell’ Etiopia cercando in ogni modo di provocarci alla guerra che sapevano potere vincere grazie ai maggiori mezzi industriali sotto loro controllo.Tuttora questi criminali plutocrati distruggono chiunque si opponga al loro dominio(vedi Moro, Mattei,Assad, Gheddafi, Saddam e tanti altri).
Il fascismo è stato un grande movimento di massa guidato da un uomo del popolo sindacalista figlio di un fabbro e di una maestra elementare che fece leggi rivoluzionarie a favore delle classi meno abbienti.Questa verità verrà sempre piu’ alla luce sopratutto in quelle persone a cui è rimasto ancora un minimo di senso critico e storico dopo lavaggi del cervello decennali da parte dei poteri occulti

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Isabella Garau 24 Marzo 2019 - 10:14

Giusta analisi, concordo su tutto.
Purtroppo molti italiani hanno in odio la loro Patria; sono la parte cialtrona e traditrice che inquina questa Nazione.

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Isabella 24 Marzo 2019 - 10:15

Giusta analisi, concordo su tutto.
Purtroppo molti italiani hanno in odio la loro Patria; sono la parte cialtrona e traditrice che inquina questa Nazione.

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Ignazio 24 Marzo 2019 - 10:18

Gli pseudointellettuali di sinistra dimenticano di essere figli di Lenin e di Stalin, assassini del loro popolo. Certa gente fa come i gobbi che non vedono la gobba loro ma guardano quella degli altri. Non mi sorprendono più certi ragionamenti insulsi e ignoranti, ritengo volutamente, siamo italiani. Franza o Spagna purché se magna. La storia falsata, ladrona, comincia già dal cosiddetto risorgimento.

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Bracco 24 Marzo 2019 - 1:58

In effetti lo si percepisce il Fascismo…
Il fascismo della mediocrità che ammorba la nostra società e le menti.
Mediocrità che si propaga attraverso un politicamente corretto,così stucchevole ma seducente per gli acefali.

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Ifl 8 Luglio 2023 - 11:36

Gente di merda… Terminator della prima ora … … Preti di una dottrina diabolica che nemmeno gli animali hanno nell’istinto… È un mondo che va combattuto… La sinistra e tutto quello che orbita non va capito…va emarginato

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