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Fattoria horror: abusa sessualmente di capre e galline, ghanese a processo

by Cristina Gauri
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ghanese

Roma, 23 gen — Si è aperto ieri il processo nei confronto di un immigrato ghanese di 27 anni, accusato di avere scavalcato un recinto e aver fatto sesso con capre e galline allevate al suo interno. La problematica di accogliere centinaia di migliaia di immigrati, per la maggior parte giovani uomini, che di fatto non sanno con chi e come sfogare i propri istinti sessuali, sfocia più frequentemente nelle molestie e negli abusi a danno di donne italiane, ma può capitare che qualcuno particolarmente disperato rivolga le proprie attenzioni al mondo animale.

Ghanese violenta capre e galline 

Il surreale episodio, riportato dal Corriere Adriatico, ha avuto luogo a Pesaro, dove ieri ha avuto inizio il processo. Tuttavia, l’immigrato è risultato irreperibile, tanto da rendere necessaria un’ordinanza del giudice per estendere le ricerche dell’uomo e iniziare il dibattimento. Stando a quanto denunciato dal proprietario dei poveri animali, il ghanese sarebbe stato sorpreso in molteplici occasioni a «congiungersi carnalmente» con capre e galline, sottoponendoli a dolorose crudeltà che lasciamo all’immaginazione del lettore. L’immigrato dovrà dunque rispondere dell’accusa di maltrattamenti, sfociati nella morte di una gallina e di violazione di domicilio per aver scavalcato il cancello.

Il recinto dove vivono gli sfortunati animali è situato in una strada periferica di Pesaro, dove lo straniero, non pago di aver saziato i propri istinti accoppiandosi con galline e caprette, ha anche rubato la bicicletta del proprietario del fondo.

Irreperibile

Il reato di maltrattamento animali è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. Il ghanese, che è gravato da svariati precedenti con la giustizia, potrebbe comunque passarla liscia: stando a quanto riportato dal Corriere Adriatico si tratta di un senza fissa dimora che gravita nell’area urbana di Pesaro, non ha residenza e non risulta iscritto ad alcuna lista anagrafica. Basta che si renda irreperibile per tutta la durata del processo e l’immigrato potrebbe farla franca. Nel frattempo, i pesaresi farebbero bene a tenere sottochiave i propri amici a quattrozampe. 

Cristina Gauri

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