Roma, 24 dic – Lo storico marchio italiano della Ferrero, che rappresenta il terzo produttore al mondo di cioccolato – dopo Mars e Hershey – con un giro di affari da 10,3 miliardi di dollari, è in dirittura di arrivo per chiudere la trattativa di acquisto della divisione snack dolci della Nestlé. Questo permetterebbe all’azienda piemontese di fare il grande salto nel mercato statunitense.
La notizia, trapelata tramite il New York Post, era già nell’aria da qualche settimana. Un’operazione da circa 2 miliardi di dollari e che attende soltanto l’ufficializzazione dell’asta vinta a seguito dell’abbandono di Hershey. In corsa ci sarebbe anche un piccolo gruppo di Private equity che difficilmente potrà impensierire l’azienda guidata da Giovanni Ferrero.
Se l’operazione dovesse concretizzarsi la Ferrero amplierebbe la sua penetrazione all’interno del mercato degli Stati Uniti, dove peraltro di recente l’azienda di Alba ha acquistato la Ferrara Candy, uno dei tre gruppi industriali più grossi nel settore dei dolciumi degli Usa. L’acquisizione del ramo di azienda appartenente alla Nestlé rappresenta un ulteriore crescita e andrebbe ad aggiungere un potenziale di fatturato di oltre 900 milioni di dollari.
Queste recenti acquisizioni non sono nuove all’interno del mercato statunitense. La Ferrero è presente negli Usa dal 1969 e conta attualmente oltre 200 dipendenti.
Se due terzi della produzione dolciaria dell’azienda italiana sono di origine europea, nell’arco del medio termine questo valore potrebbe sovvertirsi in favore di una produzione maggiormente internazionale. I recenti stabilimenti aperti a Singapore e in Cina stanno già producendo i risultati sperati con una penetrazione all’interno del mercato asiatico che è salita al 27% del totale con un ricavo registrato nel 2016 pari a oltre 500 milioni di dollari.
Giuseppe Maneggio
5 comments
-..gli stabilimenti di produzione non li aprano in Cina , ma in Italia..Per portare il prodotto finito esistono, se non lo sanno, navi e aerei da trasporto…
così i cinesi che non sono fessi come noi ci mettono il 50% di dazio e tu non ne vendi ed invece di produrre utili che tornano ad Alba realizzi perdite, quindi poi non hai soldi per espanderti su altri mercati mondiali…
È vero , in Italia ormai aprono pochissimi nuovi stabilimenti , nessuno vuole più sacrificarsi…..ma quando parlo con colleghi stranieri ed illustro la nostra situazione fiscale / burocratica in molti restano allibiti……per cui o siamo troppo bravi e gli altri non capiscono oppure siamo un paese alla canna del gas….
Purtroppo fare produzione industriale in Italia è insostenibile, perché abbiamo una burocrazia inefficiente e un sistema fiscale che scoraggia chiunque voglia fare impresa. In Italia l’80% di quello che un imprenditore guadagna finisce nelle casse dello Stato, per cui se Ferrero aprisse uno stabilimento in Italia non ci guadagnerebbe nulla.
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