Roma, 15 apr – L’associazione è pressoché immediata: dici Arnold Schwarzenegger e in automatico ti vengono in mente Terminator e Conan il Barbaro, il bodybuilding e Mister Olympia, celebri frasi spaccone del tipo “Vieni con me se vuoi vivere” o “Sei terminato!” ma la realtà non è una sceneggiatura di Hollywood sebbene i suoi protagonisti, anche i più celebri, continuino a recitare un copione anche nella vita vera: “Screw your freedom”, “si fotta la vostra libertà”, queste le parole di Schwarzenegger proferite in piena pandemia da Covid-19, ad agosto 2021, in diretta video alla Cnn in compagnia del noto saggista statunitense Alexander Vindman.
Schwarzenegger come tutti
Le dichiarazioni del Terminator furono la fotocopia delle parole dei tanti “esperti” del settore e celebrità e dell’apparato dei “professionisti dell’informazione” che ci ha propinato, quotidianamente per l’intera durata pandemica, gli stessi concetti incorniciati nell’identico approccio comunicativo: “Non puoi dire: ‘Nessuno mi dirà che mi devo fermare qui, che devo fermarmi a questo semaforo qui. Lo attraverserò’. Poi uccidi qualcuno ed è colpa tua. Questa è la stessa cosa con il virus. Non puoi non indossare la mascherina perché quando respiri, puoi infettare qualcun altro. E puoi infettare qualcuno che poi si ammala e può morire. Non voglio maltrattare nessuno qui”, ha continuato l’ex governatore californiano chiamando schmucks – ossia folli – coloro che non vogliono indossare la mascherina, “ma volevo solo dire a tutti, lavoriamo insieme e smettiamo di combattere perché c’è un virus, ed è meglio vaccinarsi e indossare una mascherina”.
Le scuse comode e ipocrite (ma almeno apprezzabili)
Parole inveterate e slogan preconfezionati che pare abbiano influenzato anche Presidenti del Consiglio ed ex banchieri del Vecchio Continente ma che, a distanza di un paio d’anni, devono aver creato qualche imbarazzo ad Arnie, il quale su Twitter, in risposta a un utente ancora risentito da quanto proferito dall’attore in quel famoso video, si è scusato con queste parole: “Ecco cos’altro dirò: mi dispiace per aver detto quelle parole. Cerco di essere inesorabilmente positivo, ma a volte la mia bocca mi precede. Avrei dovuto comunicare meglio”. Certo, è facile (e anche ipocrita) scusarsi adesso ma almeno si può apprezzare il gesto. Restiamo in attesa che si faccia lo stesso anche in Italia. La lista è lunga.
Valerio Savioli
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No hay problema. Hasta la vista, baby! (cit.)
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