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Fmi e Banca Mondiale come Salvatore Buzzi: l’immigrazione è una risorsa

by Salvatore Recupero
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christine_lagarde_fmi_mini[1]Lima, 12 ott – Ieri si è concluso a Lima l’annuale vertice del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Dal 9 all’11 ottobre il meeting ha messo insieme, come ogni anno, presidenti delle banche centrali mondiali, ministri di economia, finanza e sviluppo, esperti del settore e accademici per discutere dei problemi che influenzano l’economia globale e confrontarsi sulle nuove previsioni di crescita, l’eliminazione della povertà, lo sviluppo economico e l’efficacia degli aiuti a sostegno dell’economia. A rappresentare l’Italia parteciperanno il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. All’ordine del giorno c’è stata la ricerca delle risorse necessarie per affrontare il problema dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale e il rallentamento delle economie emergenti in particolar modo la Cina e il Sud America.  Ma, dato che gli anziani meritano rispetto, non sono mancati i consigli per il Vecchio Continente e per il Giappone.

L’immigrazione è una risorsa anche per il Fmi

Leggendo il rapporto pubblicato da Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale dal titolo Development Goals in an Era of Demographic Change “I migranti sono una risorsa per Ue e Giappone colpiti dall’invecchiamento della popolazione”. Ovviamente questi luminari vanno anche nel dettaglio per farci capire la bontà delle loro ragioni. Vediamo meglio cosa dice questo rapporto.

Secondo questo documento: “La popolazione nei 28 Paesi Ue con un’eta’ da lavoro (15-64 anni) e’ vista scendere del 2,2% tra il 2013 e il 2020. Senza migrazione, quella popolazione scenderà probabilmente di oltre 11 milioni entro il 2020 e di 80 milioni entro il 2050. In base a questo scenario, si legge nel rapporto, la popolazione con un’età adatta a lavorare in Italia, Germania e Polonia si ridurrà di oltre 1,5 milioni entro il 2020. Se un trend simile si osserverà in Giappone (-8 milioni) e in Canada (-1 milioni), in Usa e Australia invece il totale resterà stabile. Se si prende in considerazione la migrazione, il quadro cambia: la forza lavoro europea crescerà leggermente dell’1,2% tra il 2010 e il 2020. Se gli immigrati partecipano tanto quanto i cittadini nativi di un Paese con caratteristiche simili, un addizionale milione di lavoratori sarà aggiunto sui libri paga nell’Ue“.

Prima di entrare nel cuore della questione è bene spiegare cosa sono e qual è il ruolo del Fmi e della Banca Mondiale. La Banca Mondiale (BM) fu istituita nel 1945, col nome di Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (International Bank for Reconstruction and Development – IBRD), assieme al Fondo Monetario Internazionale (FMI), a seguito degli accordi raggiunti nel corso della Conferenza di Bretton Woods.

Mentre il Fmi ha ricevuto il compito di promuovere la stabilizzazione delle relazioni monetarie e finanziarie internazionali, la Bm doveva sostenere la ricostruzione dei Paesi usciti devastati dal conflitto mondiale. A partire dagli gli anni ’80, la Bm ha promosso vasti programmi di finanziamento del bilancio pubblico dei Paesi in via di sviluppo e delle economie emergenti, spesso accompagnati dalla richiesta di politiche di liberalizzazione commerciale e finanziaria, privatizzazione e deregolamentazione.

Il tutto, sia chiaro, a fin di bene. Il Fmi e la Bm hanno individuato nella riduzione della povertà il fine principale del proprio operato.

Questo breve excursus ci serve per capire chi abbiamo di fronte. Tornando al cuore della questione. Le élite finanziarie sono da sempre favorevoli ai fenomeni migratori. A fare la differenza, però, in questo caso, è la risposta che Giappone e Unione Europea danno sull’argomento.

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe, in occasione dell’ultima assemblea delle Nazioni Unite, ha affermato che: Il Giappone prima di accettare gli immigrati deve risolvere i suoi problemi”. Per Abe: È un problema di demografia. Direi che abbiamo bisogno di avere più attenzione per le donne e gli anziani, e dobbiamo aumentare il nostro tasso di natalità. Ci sono molte cose che dobbiamo fare prima di accettare gli immigrati”. Nonostante ciò il Giappone ha staccato un assegno di 1,5 miliardi di dollari per la crisi dei rifugiati in Medio Oriente.

La politica europea, al contrario di quella giapponese, è favorevolissima al massiccio ingresso di migranti. Al massimo ci si divide su come distribuire e allocare queste preziose risorse.

Quella europea non è solo una resa incondizionata. Il nostro destino, è scientificamente irreversibile: una lenta estinzione che ricorda sempre più quella degli indiani d’America.

In più il traffico di migranti è economicamente conveniente: “Rende più del traffico di droga”. Per gli apostoli del libero mercato c’è sempre bisogno di manodopera a basso prezzo: un bel modo per calmierare i salari senza bisogno di accordarsi con i sindacati. Sorprende, però, che gran parte dei sindacalisti invece di tutelare i diritti dei lavoratori italiani si accorda con le associazioni datoriali per promuovere l’import di nuovi schiavi. Misteri del materialismo storico!

Ma la teoria dell’immigrazione necessaria e irreversibile ha delle contraddizioni non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto da quello morale

Immaginiamo un uomo che imbarazzato si reca dal medico perché non riesce ad essere abbastanza performante con la moglie. Il medico, invece, di suggerirgli una cura per il suo male, gli fornisce il numero telefonico di un valente gigolò che saprà accontentare la sua signora. Ecco, dunque, la sorte del Vecchio (In)Continente: “Cornuto e contento”.

Salvatore Recupero

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