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Foggia, tabaccaia uccisa da marocchino che doveva essere espulso: l’immigrazionisimo agli apici

by Alberto Celletti
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Tabaccaia Foggia uccisa

Roma, 4 sett –  Il truce delitto di Foggia, coinvolgente una tabaccaia di 72 anni, come riportato dall’Agi, altro non è se non l’ennesimo caso di immigrazionismo spinto fino alle estreme conseguenze: quelle di dover correre dietro ai criminali o sbandati stranieri oltre che a quelli italiani. Un dilemma che, da decenni, non trova mai una soluzione.

Foggia, la tabaccaia uccisa da un marocchino

La donna, tale Francesca Marasco, è stata uccisa a coltellate nel suo negozio in via Marchese de Rosa, in quella che si presumeva fosse una rapina. Ma l’assassinio della tabaccaia potrebbe avere ben altri risvolti. Quel che è certo è che l’autore del delitto ha confessato. Si tratta di  Moslli Redouane, un marocchino di 43 anni che inizialmente era stato fermato dai carabinieri a Napoli alle ore 21,35 con la “semplice accusa” di omicidio. Redouane però, interrogato presso gli uffici del Comando Provinciale, ha confessato il delitto. Gli inquirenti avevano accertato che l’uomo, dopo l’assassinio, avesse indossato nuovi indumenti, lasciando quelli precedenti in un sacchetto poi ritrovato in via Mameli, oltre ad aver venduto il cellulare della vittima ad un’altra persona.

Un decreto di espulsione mai applicato

Il tema ricorre, ciclico: per quale assurda ragione oltre ai nostri criminali e sbandati dobbiamo tenerci anche quelli altrui, sostenendone per di più anche le spese? Chiedere alla voce magica e sublime dell’immigrazionismo e a tutti i suoi folli seguaci. Sì, perché sul signor Redouane pendeva un decreto di espulsione, visto che – guarda un po’ – non si trattava neanche di un soggetto con la fedina penale esattamente “linda”, per essere leggermente sarcastici. I precedenti penali, infatti, sono il carattere distintivo della questione. D’altronde, il suo poter scorrazzare a piede libero è stato uno dei motivi del disastro: l’uomo infatti risultava irreperibile, si spostava continuamente, e questo ha reso difficile la sua individuazione. Dalla Sardegna alla Lombardia, fino al profondo Sud: il marocchino da espellere faceva quasi il turista. A spese nostre.

Alberto Celletti

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