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Olio extracomunitario spacciato per italiano: maxifrode in Puglia

by Francesco Pezzuto
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olio frode

Spacciato come “Made in Italy”, in realtà era una miscela di oli extracomunitari: scoperta maxifrode in Puglia

Bari, 3 dic – Il Corpo Forestale dello Stato, su ordine della Dda di Bari, ha smascherato una maxifrode su 7mila tonnellate di olio extravergine di oliva, commerciato come prodotto Made in Italy ma ottenuto, in realtà, attraverso la miscela di oli extracomunitari. L’inchiesta vede indagate, al momento, sei persone, e coinvolge una decina di aziende produttrici delle province di Bari e Brindisi, oltre a un laboratorio che avrebbe falsificato le analisi commerciali.

La prova della contraffazione è avvenuta grazie all’utilizzo di una nuova tecnica di analisi molecolare, utilizzata dai laboratori dell’Istituto di bioscenze e biorisorse di Perugia (Cnr-Ibbr), su richiesta del Nucleo agroalimentare e forestale di Roma (Naf). I tecnici del Cnr umbro hanno sottoposto a una sorta di Tac i prodotti sospetti, individuando il dna delle cultivar di olive dalle quali l’olio era stato estratto. Una metodologia innovativa che permette un notevole passo in avanti nella lotta alla contraffazione, e si pone alla base della tutela dei veri prodotti di eccellenza del comparto agroalimentare italiano.

Le aziende coinvolte nella frode esportavano la merce negli Stati Uniti e in Giappone, apponendo sulle etichette dei prodotti il marchio 100% Made in Italy. In realtà l’olio era il risultato della miscela di prodotti di diversa e dubbia qualità, provenienti da Tunisia, Marocco, Siria e Turchia. Mercati con quotazioni notevolmente più basse rispetto non solo all’Italia ma anche ad altri Paesi comunitari quali Spagna e Grecia. Secondo gli investigatori la quantità totale della merce contraffatta, circa 7mila tonnellate, avrebbe fruttato alle aziende coinvolte diverse decine di milioni di euro.

Un bottino talmente cospicuo da indurre i produttori al rischio dell’operazione truffaldina. Di rischio bisogna parlare, infatti, poiché il calo notevole della produzione nell’annata 2014/15, avvenuto a causa delle avverse condizioni climatiche verificatesi in Italia e Spagna, avrebbe indotto le autorità competenti a una maggiore attenzione sul controllo degli oli comunitari in commercio.

Commentando l’operazione del Corpo forestale e della Dda barese, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha dichiarato: “Chi danneggia un settore così strategico come quello dell’olio va punito con la massima severità”. Opinione sicuramente condivisibile, verrebbe da chiedere al ministro Martina, però, se in questa categoria rientra anche l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini, che nel novero delle misure per la lotta al terrorismo internazionale ha ritenuto opportuno far rientrare l’abolizione dei dazi per 17mila tonnellate di olio extravergine proveniente dalla Tunisia.

Francesco Pezzuto

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Giancarlo Barra 4 Dicembre 2015 - 12:24

Chi sa dirmi per quale motivo non è intervenuta all’origine l’Agenzia delle Dogane?

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