Fukushima, 27 set – Oltre 1500 morti per stress ma nemmeno uno per radiazioni. È questo l’impietoso bilancio della “catastrofe” di Fukushima a 4 anni di distanza. Catastrofe che ha segnato anche il nostro disgraziato paese, poiché è stato nel clima di isterie e di allarmismi ingiustificati che si è svolto quel devastante referendum che ci ha riconsegnati al medioevo. Le cifre sono state riportate di recente durante un convegno di esperti a Tokyo e confermano quelle dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Anche l’incidenza di tumori fra i soccorritori non risulta essere statisticamente rilevante.
Ci ricordiamo bene quei giorni, dove un manipolo di eroi della scienza sfidavano l’ottusità, il conformismo e la disinformazione per tentare di convincere gli Italiani a scegliere la vita e lo sviluppo, in luogo della decomposizione. È andata male, come noto.
Uno dei più attivi sul fronte della ragione in Italia, il professore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Franco Battaglia, fu fatto oggetto di una campagna di denigrazione a mezzo internet senza precedenti, trasformato da umile uomo di scienza a schiavo di una non ben specificata lobby nucleare. La recente condanna per diffamazione di Beppe Grillo ai danni di Battaglia fa piacere, ma arriva come sempre in Italia troppo tardi: il danno è fatto, il referendum perduto, il nucleare scomparso.
Ed è stato perso a causa della paura. La paura è un’arma formidabile nelle mani della disinformazione e della propaganda. Fukushima ci insegna proprio questo: anche un gravissimo incidente può essere razionalmente gestito, ma la paura azzera la razionalità, ergo sillogisticamente la paura impedisce di risolvere i problemi. Anzi, causa morti: “Il governo è andato nel panico. Se si evacua una unità di terapia intensiva e si portano i pazienti in una palestra non ci si può aspettare che sopravvivano. Molte vittime erano in case di riposo, e molte si sono suicidate. E’ stata la paura delle radiazioni, e non le radiazioni stesse, ad uccidere“, ha spiegato Mohan Doss del Fox Chase Center di Philadelphia.
Esiste una strana genia di imbecilli, solitamente noti come “realisti”, che se la mena con un supposto valore evoluzionisticamente positivo della paura, ma il lettore ci scuserà se preferiamo rispondere a questa idiozia con una citazione di Borsellino, che di queste cose se ne intendeva: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.
È questo il punto, la paura sarà anche darwinisticamente adattiva, ma solo una morale da schiavi potrà giudicare positivamente l’adattarsi ad una situazione sgradevole. Del resto, lo spiegava anche Machiavelli: “Dal momento che l’amore e la paura possono difficilmente coesistere, se dobbiamo scegliere fra uno dei due, è molto più sicuro essere temuti che amati”.
Matteo Rovatti
Fukushima: la paura uccide, le radiazioni no
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