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“G20 all’Eur? Ma quello è un quartiere fascista…”: i talebani di Biden tornano all’attacco

by Valerio Benedetti
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Eur

Roma, 29 ott – Dal 30 al 31 ottobre si terrà a Roma il G20, il summit che riunisce i capi di Stato dei maggiori Paesi industrializzati del pianeta. C’è un problema: la sede scelta per i lavori è il quartiere Eur. Quartiere fascista, come tutti sanno. Per questo motivo, i talebani della «cultura della cancellazione» hanno subito schierato l’artiglieria pesante: che l’Eur esista ancora «è una cosa particolarmente sorprendente in un tempo in cui negli Stati Uniti e in altre parti d’Europa vengono abbattute statue di schiavisti, generali confederati, re e leader coloniali», si legge sulle colonne di uno sbigottito Washington Post.

Iconoclastia made in Amazon

Per chi non lo sapesse, nel 2013 il Washington Post, quotidiano fieramente e ferocemente liberal, è stato acquistato da Jeff Bezos. Che, a quanto pare, non vedrebbe male la demolizione del «Colosseo quadrato» per far spazio a un enorme magazzino Amazon. D’altronde, la polemica contro l’Eur e l’architettura fascista non è nuova. Già nel 2017 – cioè prima che la furia iconoclasta di Black lives matter si esplicasse in tutta la sua virulenza – una (semisconosciuta) storica del fascismo, Ruth Ben-Ghiat, si era chiesta sul New Yorker: «Perché in Italia ci sono così tanti monumenti fascisti ancora in piedi?». La domanda, ovviamente, era retorica: «Perché gli Stati Uniti si sono impegnati in un processo di smantellamento dei monumenti relativi al suo passato, la Francia si è sbarazzata del nome delle strade dedicate al maresciallo Pétain, leader dei collaborazionisti del nazismo, e invece l’Italia non fa nulla?».

La bellezza dell’architettura fascista

Alla domanda sul perché l’Italia non abbia fatto nulla (per fortuna), rispose tra gli altri Emilio Gentile, che è forse il massimo esperto del fascismo ancora vivente. La replica di Gentile ai talebani Usa fu magistrale, e vale la pena rileggerla. Messa alla berlina, Ben-Ghiat tentò goffamente di difendere la sua posizione, svelando così le sue carte: «Non propongo di demolire quegli edifici e riconosco che sono belli. L’articolo poneva un problema di natura storica, non estetica, sulla memoria del fascismo, in un’epoca in cui la destra risorge ovunque», dichiarò in un’intervista alla Stampa.

Perché l’Eur dà così tanto fastidio?

Il problema vero, per la Ben-Ghiat, era però un altro: «L’antifascismo non ha quasi una eredità monumentale visibile, nonostante sia il valore fondante della Repubblica». Notazione interessante, a ben vedere: invece di esortare gli eredi dei partigiani a costruire qualcosa di bello (impresa ardua, ne conveniamo), molto meglio prendersela con l’Eur e le bellezze architettoniche del Regime. Spiace dirlo ai talebani di Biden, ma aveva ragione il loro arcinemico, Benito Mussolini: «Solo uomini arretrati ed incolti possono illudersi che, demolendo le pietre, si cancelli la storia».

Valerio Benedetti

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