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Gabriel Attal, il nuovo premier francese a cui piace insultare l’Italia

by Alberto Celletti
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Gabriel Attal

Roma, 10 gen – È il giovanissimo Gabriel Attal il nuovo primo ministro francese, il quale prende il testimone della dimissionaria Elisabeth Borne. Sul Giornale viene fuori un quadro riassuntivo abbastanza chiaro del nuovo capo di gabinetto transalpino, in particolare su un aspetto: la sua propensione ad insultare l’Italia.

Gabriel Attal, politicante francese ossessionato dall’Italia

Gabriel Attal, 34 anni, ha avuto una carriera rapidissima: già nel 2018 era Segretario di Stato e ministro dell’Educazione nazionale. Gay dichiarato, al neopremier francese piace in particolare un’attività: quella di attaccare e insultare l’Italia. Si ricorda quando, proprio nel 2018, definì Matteo Salvini “vomitevole”, in quanto reo di non aver accolto la nave Ong Aquarius con i suoi oltre 600 clandestini a bordo. “Immondo” fare politica con “le vite umane”, disse. C’è da scommettere su un futuro di lezioncine e di rimbrotti. Si pensi al fatto che il capogruppo dei macroniani all’Europarlamento Stéphane Séjourné, che citavamo proprio oggi, colui che aveva commentato le commemorazioni di Acca Larenzia come “qualcosa che non possiamo tollerare, queste immagini come il ritorno dell’estrema destra in generale”, è proprio il compagno del giovanissimo nuovo capo del governo. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Il nuovo governo francese si prepara a darci nuove e stucchevoli lezioni?

Chi può dirlo. A giudicare dalla politica passata – anche recente – difficilmente le cose potrebbero andare in modo molto diverso. L’Eliseo, sul tema dell’immigrazione di massa, ha tenuto con l’Italia atteggiamenti oltre ogni limite della decenza. Già nelle prime settimane di mandato del governo Meloni, la Francia macroniana tentò una clamorosa – e fallimentare – operazione di boicottaggio nei confronti dell’Italia, chiedendo agli altri Paesi europei di non accogliere clandestini provenienti dal nostro Paese. Insomma, è difficile che Attal non prosegua sulla stessa linea. Anche perché, nel passato, ha dimostrato di cavalcarla con estremo piacere.

Alberto Celletti

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