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Gene Wilder è morto, ma potrebbe andare peggio (potrebbe piovere)

by Carlomanno Adinolfi
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gene wilderRoma, 30 ago – È sempre complicato dover piangere qualcuno che per tutta la sua carriera artistica ha fatto ridere. Gene Wilder, il genio della comicità degli anni ’70-’80, è morto ieri a Stenford, nel Connecticut. Aveva 83 anni e da diverso tempo era affetto da Alzheimer. Impossibile dimenticare la sua fantastica collaborazione con il regista Mel Brooks, iniziata con The Producers (Per Favore non Toccate le Vecchiette, 1968) – la storia di due produttori teatrali truffatori che tentano un fiasco per scappare con i soldi della produzione mettendo in scena un’opera propagandistica nazista che si trasforma però in un successo di Broadway (indimenticabile l’interpretazione di Kenneth Mars nel ruolo del reduce pazzo e irriducibile Franz Liebkind) – e continuata con Blazing Saddless (Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco, 1974) fino ad arrivare a uno dei più grandi capolavori della comicità cinematografica, quel Frankenstein Junior che ancora fa ridere qualunque generazione e che ci ha regalato quei meravigliosi duetti con il fantastico e strabicissimo Marty Feldman, l’indimenticabile Aigor.

Tanto per The Producers quanto per Frankenstein Junior, Gene Wilder ha ottenuto anche la nomination agli Oscar, senza tuttavia riuscire a portare a casa l’ambita statuetta. Da ricordare poi il suo fortunatissimo film con Woody Allen (Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso, ma non avete mai osato chiedere, 1972), l’iconico Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato (1971), di Mel Stuart, di cui Tim Burton ha diretto il remake con Johnny Depp nella parte del pazzo cioccolataio interpretato nell’originale proprio da Gene Wilder, e i due film con Sidney Poitier Nessuno ci può fermare (Stir Crazy, 1980) e Hanky Panky – In Fuga per due (1982).  Gene Wilder è stato anche regista di quattro film: Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (The Adventure of Sherlock Holmes’ Smarter Brother, 1975) che ha visto il suo esordio dietro la cinepresa, Il più grande amatore del mondo (The World’s Greatest Lover, 1977), il fortunatissimo La signora in rosso (The Woman in Red, 1984) con Kelly LeBrock e le musiche di Stevie Wonder (tra cui la famosissima I Just Called to say I Love You che vinse tanto l’Oscar che il Golden Globe) e Luna di miele stregata (Haunted Honeymoon, 1986).

Impossibile poi non ricordare il suo ultimo film di successo, il meraviglioso e divertentissimo Non Guardarmi Non Ti Sento (See No Evil, Hear No Evil, 1989, regia di Arthur Hiller) in cui il duetto con Richard Pryor trasforma una trama grottesca da barzelletta (un cieco e un sordo testimoni di un omicidio) in un film in cui è difficile trattenere le lacrime per le risate. Mel Brooks è stato uno dei primi a ricordare e omaggiare il collega e amico attraverso un tweet, definendolo uno dei più grandi talenti del nostro tempo che ha “benedetto ogni nostro film con la sua magia e che ha benedetto me con la sua amicizia”.

Carlomanno Adinolfi

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