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Tutti pazzi per il “Geyser sound” islandese. Ma in Italia sarebbe illegale

by Giorgio Nigra
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islanda geyser soundRoma, 29 giu – I siti sportivi italiani, anche quelli più paludati e ufficiali, sono ancora pieni di immagini e video del “Geyser sound” intonato dalla nazionale islandese sotto la curva dei suoi tifosi, ovvero del battimani ritmato con cui i “vichinghi” hanno festeggiato, insieme alla loro curva, la storica vittoria sull’Inghilterra. In men che non si dica, quel filmato è diventato virale e si è trasformato nel nuovo “video che ha commosso il web”. In realtà non si tratta di una manifestazione particolarmente originale, parole e gesti sono già visti e rivisti in altri stadi, ma certo il palcoscenico degli europei, unito alla “favola”, tanto per restare nella retorica, del nano islandese che sconfigge il gigante inglese hanno contribuito alla fama dello spettacolo. Insomma, il meccanismo mediatico ci sta.

https://www.youtube.com/watch?v=_I9Yiuck3mw

 

Come fa notare il sito Sport People, però, c’è un particolare che i nostri commentatori alla Varriale hanno omesso: tutto ciò, in Italia, sarebbe contrario alle regole della Figc, che vieta ai suoi tesserati di recarsi sotto la curva. Insomma, il “video che ha commosso il web” e tanti giornalisti è in realtà un’apologia di reato, o almeno di un comportamento vietato dai regolamenti federali. La Figc, infatti, all’articolo 12, “Prevenzione di fatti violenti”, comma 9, del proprio Codice di Giustizia Sportiva, prevede che “ai tesserati è fatto divieto di avere rapporti con esponenti e/o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società”. Sport People ricorda a tal proposito le multe all’Atalanta per l’addio al calcio della Curva Nord a German Denis, ovvero per una circostanza gioiosa, non violenta, priva della minima conflittualità. Insomma, il punto è chiaro: c’è poco da commuoversi per le manifestazioni di calore delle curve quando per il resto dell’anno si passa il tempo a criminalizzare le stesse.

Giorgio Nigra

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anna 4 Luglio 2016 - 6:04

e ‘mbè ‘sti cazzi

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