Roma, 13 mar – La storia è ormai – letteralmente – antica e dibattuta. E’ dai Mondiali di calcio del 2006 che il movimento (invero molto popular) per il ritorno de la Gioconda in Italia rivede nuovi fasti. Il Belpaese ha dato i natali ad aberranti parti mentali vendi-suonerie all’epoca, e ciò nonostante più di qualche testa pensante abbia cercato di spiegare che fu lo stesso artista a portarsi via il quadro in Francia.
La battuta di Matteo Salvini
Oggi interviene sul fatto il nostro vicepremier Matteo Salvini, dichiarando così: “Stiamo lavorando con l’ambasciatore francese per riprenderci la Gioconda“. Questa volta – e c’è da dire per fortuna – il leader della Lega sta solo scherzando. L’occasione si è presentata durante la conferenza stampa di introduzione delle celebrazioni per l’anniversario dei 500 anni dalla morte del genio Leonardo da Vinci. Poi Salvini stempera ulteriormente i toni, dicendo che “Non abbiamo bisogno di altre crisi internazionali“. E a proposito delle opere del genio toscano, il leader del Carroccio confessa a malincuore di non aver mai visto di persona l’affresco milanese de l’Ultima Cena. Dunque questa ricorrenza e le relative celebrazioni saranno per il premier “un’occasione di crescita”.
Leonardo e i navigli
“Visionarie per l’epoca” così definisce le opere di Leonardo Da Vinci Matteo Salvini. Con l’occasione, parlando anche di Milano e della riapertura dei navigli, dice: “Mi auguro che Milano torni a essere città d’acqua, e contemplando il diritto al business torni a essere la città che era, bella e pulita”. Fu infatti proprio nel capoluogo lombardo che Leonardo approfondì i suoi studi idraulici ispirato dalla presenza nella città, appunto, dei numerosi navigli. E l’ambito del cinquecentenario della sua morte il ministro dell’Interno spera che possa “essere l‘occasione migliore per riportare alla luce una parte di quell’acqua, che è vita, speranza, trasporto e sguardo rivolto al futuro”.
Ilaria Paoletti
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