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Dramma per i giovani post Covid: 180mila chiedono il bonus psicologico

by La Redazione
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giovani bonus psicologico

Roma, 11 ott – Tanti, tantissimi giovani chiedono il bonus psicologico allo Stato. Gli effetti dei danni sulla salute mentale di molti di loro, evidenziati nelle ultimissime fasi della gestione del Covid, si riversano in numeri – senza mezzi termini – pazzeschi (al netto di una ovvia quota di richieste che potrebbero non essere genuine ma che non cambiano il quadro generale).

Giovani e bonus psicologico

Centinaia di migliaia di richieste, ma la maggior parte sono giovani. Proprio i giovani, infatti, chiedono il bonus psicologico. Lo fanno in un numero di 180mila richieste, circa il 60% di quelle totali che ammontano a 300mila. Secondo il commissario Ue per l’Innovazione Mariya Gabriel proprio i ragazzi sono stati quelli più traumatizzati mentalmente dalla gestione del Covid: “I giovani sono stati particolarmente colpiti. Hanno visto le loro vite sconvolte. Dobbiamo sostenerli con interventi concreti”. La disponibilità totale per il bonus che inizialmente era di 10 milioni di euro. Ora è stata alzata fino ai 25. Il governo italiano ha pianificato un sostegno di massimo 600 euro a persona, allo scopo di sostenere le sedute specialistiche (ma per persone con Isee inferiore a 50mila euro).

La maggioranza è under 35

Su 300mila domande, il 43,55% proviene da giovani tra i 18 e i 35 anni e  il 16,62% è minorenne (dunque fino ai 18 anni). La Gabriel si è così espressa: “Tutti noi teniamo molto al benessere emotivo dei nostri giovani. Dopo una pandemia, e con la guerra sul suolo europeo questo rapporto sulla salute mentale dei giovani arriva al momento giusto. Sono lieta di constatare che gli Stati membri dell’Ue stanno prendendo sul serio questa sfida e che hanno adottato misure per sostenere i giovani, in particolare a scuola. Questi sforzi devono continuare per consentire ai giovani di affermarsi, ora e negli anni a venire, e la Commissione sarà sempre qui a fornire il suo sostegno”. Certamente, c’è sempre il “dubbio furbetti”, che inevitabilmente ci saranno. Ma che non smentiscono il quadro generale – realmente drammatico – di generazioni che resteranno rovinate forse per la vita.

Alberto Celletti

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