Kranjska Gora (Slovenia), 5 mar – Come lui nessuno mai. Né Thoeni, né Girardelli, né Stenmark né il connazionale Hermann Maier: Marcel Hirscher, conquistando la sua sesta coppa del mondo di sci, mette tutti in riga, prendendosi di diritto un’altra medaglia, quella di forse più grande campione del circo bianco.
La vittoria di ieri in gigante è l’ennesima di una lunga serie, ma entra nella storia di diritto: con il trionfo sulla pista di Kranjska Gora, Hirscher mette in cassaforte la classifica generale, assicurandosi così il sesto successo consecutivo, record imbattuto anche in campo femminile dove, al più, negli anni ’70 la Moser-Pröll si “fermò” a cinque.
Forza e tecnica insieme, unite da un talento cristallino che non lascia nulla al caso. Dagli allenamenti allo studio delle discese, Hirscher è una macchina capace di battere campioni indiscussi come Svindal e Jansrud, relegando più volte ai margini anche l’altro norvegese, quell’Henrik Kristoffersen che quest’anno rischia di di non bissare il successo dell’anno scorso nella classifica di specialità di slalom. Insieme a quella di gigante, quest’ultima finirà molto probabilmente nelle mani del fuoriclasse austriaco, che si prepara a raggiungere quota 10 in termini di coppe di specialità. E altro record frantumato.
Si può poi parlare dei tre ori ai mondiali juniores, diventati poi sei quando Hirscher è passato fra gli “adulti”, i 106 podi e 44 vittorie in coppa del mondo, per uno sciatore che deve ancora compiere 28 anni. Se proprio bisogna muovere una critica, si attende ancora l’oro olimpico: fu quarto a Vancouver (dove vinse il nostro Razzoli) e secondo a Sochi, ma vista l’età sembra ci sia ancora tutto il tempo per recuperare, dato che all’orizzonte non sembrano prepararsi concorrenti all’altezza e capaci di sfilargli i successi iridati.
Nicola Mattei