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Il fallimento della narrazione occidentale sulla Russia

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Russia

Roma, 25 feb – Vi ricordate quando, due anni fa, all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, i vari tg e giornali diffondevano le immagini di Putin, dicendo che i servizi segreti vedevano in quelle immagini i sintomi di un cancro terminale, di una demenza senile, insomma di una morte prossima? Vi ricordate quando dicevano che Putin faceva bagni curativi ? O addirittura che quello che vedevamo era una controfigura, non il vero Putin ? E quando mostravano duecento scalmanati in piazza a Mosca che protestavano, e ci raccontavano che di lì a poco la presunta dittatura sarebbe caduta, perché il popolo russo tutto si sarebbe ribellato a Putin ? Oppure che si sarebbero ribellati i suoi generali, il suo establishment?

La guerra tra Russia e Ucraina, due anni dopo

Già si vedeva Lavrov o Peskov (il quale, fra l’altro, è stato nominato nel 2017, durante il governo Gentiloni sostenuto soprattutto dalla sinistra, Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, giusto per rimarcare l’ipocrisia dilagante di questi due anni) prendere il trono del loro superiore. E c’era chi, come chi scrive, metteva in guardia contro simili deliri, dicendo anzi che la guerra sarebbe finita come di fatto sta per finire, con la sconfitta ucraina di fronte alla potenza militare russa. Naturalmente, chi diceva ciò veniva tacciato di ignoranza, superficialità, filoputinianità e chi più ne ha più ne metta. Adesso sta arrivando la resa dei conti, in tutti i sensi. L’esercito russo ha sfondato il fronte ucraino, e l’ex presidente russo Medvedev ha dichiarato che la Russia potrebbe prendere entro breve il controllo di Kiev.

Il quadro che si profila di fronte all’opinione pubblica mondiale è chiaro e limpido, malgrado i continui e persistenti tentativi di inquinare la prospettiva operati dai media progressisti occidentali e dalla politica di sinistra. La Russia ha vinto, e ha vinto bene, malgrado l’invio di armi da parte di molti Paesi europei e degli Usa all’Ucraina. Ha vinto perché ha dalla sua parte, anche, molti Paesi dell’area asiatica e araba: che dire dell’Iran, che non nasconde l’invio di missili alla Russia? Che dire della Cina, che è più vicina alle posizioni russe che a quelle europee ? Che dire della Corea del Nord, del Sudafrica, ecc.? Tutto questo mentre in Europa si balbetta, perché questo si fa, a proposito della nascita di un esercito europeo. Se ne balbettava anche all’inizio del conflitto, e si sentivano gli stessi identici discorsi di adesso: bisogna coalizzare gli eserciti, creare una difesa comune, ecc.

In realtà, non si farà niente: gli arsenali sono in sofferenza, le forze militari sono deboli, e certo i bilanci degli Stati europei non sono tali da garantire la nascita di una forza europea militare degna di questo nome (ricordiamo che Francia e Germania sono in forte sofferenza economica). Nel contempo, negli USA è quasi scontata l’ascesa di Trump alla Casa Bianca; il quale Trump ha garantito che, non appena eletto presidente, interromperà la fornitura d’armi all’Ucraina. Non per ragioni sentimentali, sia chiaro; ma perché Trump sa benissimo che, senza un intervento militare diretto, che comporterebbe un allargamento esponenziale del conflitto, l’Ucraina è spacciata (e lo sa anche Putin, che infatti ora, con l’esercito ucraino in rotta, può arrivare davvero fino alla capitale, sapendo che nessun Paese Nato compirà la follia di inviare i suoi soldati, a meno che non voglia coinvolgere il mondo intero, fra cui la Cina e diverse superpotenze alla Russia alleate, nel conflitto).

Un dibattito inquinato

Il conflitto russo-ucraino ha una forte valenza culturale, come anche quello israeliano-palestinese . Entrambi questi conflitti sono utili agli occidentali per prendere atto della realtà della cose. Nel caso del secondo, il mondo si sta rendendo conto che gli ebrei non sono agnellini indifesi privi di protezione, ma anzi sanno essere spietati persino con donne e bambini indifesi: in barba ai richiami dell’Onu e addirittura ai richiami degli Usa, continuano ad abusare del loro potere e della tutela internazionale di cui godono per distruggere generazioni di palestinesi, riducendo alla fame due milioni di persone.

Per quanto riguarda , invece, il conflitto russo-ucraino, l’opinione pubblica si sta rendendo conto di quanto l’informazione occidentale sia inquinata: Paesi come la Cina, la Corea del Sud, la Russia, che vengono in Occidente percepiti come dittature retrograde, possono essere in realtà più efficienti e più tutelanti rispetto agli interessi e al benessere dei loro cittadini di quanto non lo siano le cosiddette democrazie occidentali, cosiddette perché in Europa la libertà non è certo maggiore che nei suddetti Paesi, basti vedere il caso Assange, il caso Epstein (trovato morto poco prima di rivelare segreti inconfessabili su principi, sovrani, scienziati, politici e uomini del bel mondo europeo), i Panama Papers, il ricatto lavorativo in occasione del famoso Green Pass, le liste di proscrizione dei no vax, ecc. Abusi e prevaricazioni, questi ultimi , che una certa classe politica e mediatica cerca di nascondere ricorrendo a escamotage del tipo: noi imponiamo i vaccini, facciamo, de facto, un Tso, però difendiamo la libertà di un uomo di chiamarsi Maria e di sentirsi Maria o la libertà di scrivere “genitore 1” e “genitore 2” sulla carta di identità dei bambini. Escamotages, si diceva, di cui però la gente comincia a rendersi conto .

Ci sono figure che hanno il coraggio di manifestare pubblicamente ciò che la stragrande maggioranza non solo degli italiani, ma degli europei , pensa: si pensi al generale Vannacci o al professore Orsini. Queste sono figure in ascesa, le cui idee avranno ancora più diffusione e presa dopo le prossime elezioni europee, che probabilmente sanciranno la fine dell’animale morente che va sotto il nome di “sinistra progressista”, già piegata su se stessa, ma non ancora stesa.

Enrico Cipriani

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