Home » Il flop di Cottarelli, il panico del Colle: ecco cosa è davvero successo ieri

Il flop di Cottarelli, il panico del Colle: ecco cosa è davvero successo ieri

by Davide Di Stefano
2 comments

Roma, 29 mag – Su “Le Monde” la crisi italiana viene definita “un ingranaggio infernale”. E per quanto antipatici questa volta è davvero difficile dare contro ai cugini francesi, visto che chi ci capisce qualcosa nell’attuale caos politico italiano è uno bravo davvero. Da tre mesi non se ne viene fuori e anche la difficile serata di domenica, con il veto di Mattarella a Savona e l’annuncio dell’incarico al tecnico Cottarelli, non è stata decisiva. La chiave di volta però forse è arrivata ieri, proprio nella giornata più folle, in cui la crisi politica sembrava essersi trasformata in una buffonata, con la “fuga” dal retro di Cottarelli dal Quirinale, la ricomparsa a sorpresa di Conte in zona Parlamento e gli appelli alla responsabilità arrivati in serata da Salvini e Di Maio pronti a riaprire il dialogo con Mattarella (dopo aver spinto fino a poche ore prima per la messa sotto accusa del Presidente). Ma cerchiamo di fare chiarezza e capire cosa è davvero successo nella giornata di ieri.
Spread, qualcuno ha giocato sporco 
Nonostante i Massimo Giannini della situazione si sbraccino dai Floris di turno, per spiegarci che l’aumento dello spread è dovuto alla preoccupazione di onesti signori che decidono di investire o meno i loro risparmi a seconda dell’affidabilità dell’Italia, ieri qualcuno ha giocato sporco (come al solito). Tra le 10.11 e le 10.13 “un gruppo di mani forti tra loro coordinate, investitori importanti, possibilmente spinti anche da qualche potere politico” spiega Giovanni Basini della fondazione Farefuturo su Facebook, “ha venduto talmente tanti miliardi in BTP Italiani da provocare un aumento dello spread di addirittura 40 punti in tre minuti“. Un aumento così concentrato non c’era stato dal 2011, come spiega il grafico. spread aumento 29 maggio 2018
Mattarella si è dato la zappa sui piedi
Il Colle è nel pallone. Se l’obiettivo di Mattarella era di rassicurare i mercati, con il veto su Savona motivato dal rischio dell’uscita dall’Euro e con l’incarico affidato ad un tecnico senza una sola possibilità di ottenere una maggioranza, ha fatto peggio. Ha rafforzato politicamente due forze che già erano maggioranza politica, chiedendo inoltre loro di basare la prossima campagna elettorale proprio sull’uscita o meno dall’Euro. Al Presidente si è unito il Pd, con il capogruppo Marcucci che alle 12.30 in una nota ha chiesto a Salvini e Di Maio di dire esplicitamente “che si esce dall’Euro”. Sempre in tarda mattinata poi nei corridoi di Montecitorio è iniziata a circolare la notizia che Lega e M5S avrebbero “votato in fretta una risoluzione vincolante sul DEF impedendo così a Cottarelli stesso di recarsi ai prossimi vertici europei per dire qualsiasi cosa fosse diversa dalla linea delle due forze euroscettiche. In pratica trasformandolo in un pappagallo”, spiega sempre Basini.
Voto in estate e Pd che non lo sostiene, mazzata definitiva per Cottarelli
Con la possibilità di una sfiducia immediata ha iniziato a circolare l’ipotesi di un voto non più in inverno ma addirittura in estate. Alle 16.30 inoltre il Pd ha fatto sapere che non lo avrebbe sostenuto per mero calcolo politico, non volendo passare come l’unico partito ad aver appoggiato un tecnico e perdere ulteriori consensi alle prossime elezioni. E così l’uomo del Fondo Monetario Internazionale si è ritrovato totalmente solo, con la possibilità di prendere ZERO voti alla richiesta di fiducia. A questo punto con tutte le forze politiche che chiedevano elezioni a luglio, lo scenario per i “mercati” era quello di una probabile vittoria delle forze “no Euro” alle elezioni che si sarebbero tenute tra due mesi esatti.
La grottesca fuga dal Colle
Quando Cottarelli si reca al Quirinale intorno alle 17, la situazione è questa: non ha nessun appoggio in Parlamento, il suo esecutivo rischia di durare meno di tre mesi, alle elezioni successive i “sovranisti” potrebbero prendere il 70% dei seggi (rilevazioni dell’istituto Cattaneo), in questo poco tempo rischia anche di diventare il “pappagallo” di Salvini e Di Maio e lo spread continua ad aumentare. Nel pomeriggio infatti il mercato normale dei Btp “ha iniziato a mostrare una curva frastagliata al rialzo, indice di piccole vendite diffuse in tutto il mondo (la curva frastagliata, che non è opera di mani forti coordinate), andando direttamente nella fase in cui la crisi rialzista diffusa e non è più arrestabile dalle manovre di gruppi organizzati di investitori, non senza l’intervento di banche centrali”, spiega sempre Basini. In questa situazione è probabile dunque che alcuni dei nomi dei ministri individuati da Cottarelli abbiano iniziato a defilarsi. Questo spiegherebbe la mezza verità filtrata dal Quirinale per giustificare la fuga del premier incaricato “ha semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista”. Resta il fatto che alle 17.30 Cottarelli se ne va senza dire niente a nessuno lasciando al loro destino giornalisti e responsabili della comunicazione del Colle.
Salvini, Di Maio e Meloni diventano improvvisamente “responsabili”
E così se fino al pomeriggio Di Maio e Meloni continuavano a gridare all’impeachment e Salvini dava per scontato il voto il prima possibile, in serata le cose cambiano improvvisamente. Con buona probabilità Mattarella, resosi conto della frittata fatta, li ha richiamati. E così il capo politico dei 5 Stelle sotterra l’ascia di guerra, dichiara di non voler più l’impeachment  e si dice “pronto a collaborare con Mattarella”, il segretario del Carroccio “diamo via al Parlamento per abolire vitalizi e cambiare le pensioni” mentre la leader di Fdi si dice “pronta a rafforzare l’alleanza tra Lega e 5 Stelle“. Insomma torna in pista l’ipotesi di un governo giallo-verde, se con o senza Savona, se con Conte o Giorgetti alla guida o lo stesso Cottarelli lo scopriremo solo vivendo. Ci aspetta un’altra giornata di passione.
Davide Di Stefano

You may also like

2 comments

Cesare 30 Maggio 2018 - 11:57

Pensate che ieri l’unione europea ha deciso di spendere di piu’ sull’ Italia e togliere i fondi ai paesi dell’ est che non vogliono invasioni di musulmani.Insomma ci daranno piu’ soldi per rimanere schiavi dei banchieri visto il sentimento anti europeo sacrosanto degli italiani e puniranno i paesi dell’ est che non vogliono sparire come paesi sovrani.La notizia è su rt.com

Reply
Giovanni 31 Maggio 2018 - 9:39

Salviamo con contributi seri la Melegatti invece di far fare la bella vita a immigrati fannulloni

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati