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Il mito dei clan scozzesi, tra leggenda e realtà

by Roberto Johnny Bresso
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clan scozzesi

Roma, 10 sett – Oggi facciamo un viaggio in Scozia per parlare di tartan, clan e kilt, che da sempre riscuotono un grosso fascino anche in Italia. Il clan deriva direttamente dalla tribù celtica, composta per lo più da individui legati al capo da legami di sangue e da alcune persone esterne che trovarono rifugio e protezione all’interno della tribù. In Scozia i clan si svilupparono principalmente nelle Highlands e nelle isole. Fra i clan più famosi segnaliamo i MacDonald ad Islay, i MacFies a Colonsay, i MacLean a Mull ed i Tiree a Coll.

Clan scozzei e capi

La funzione del capoclan era di giudice ed amministratore in tempo di pace e di generale supremo in caso di guerra. Oltre al capoclan (chief) vi erano i chieftains, che guidavano le varie famiglie affiliate al clan. L’arma tradizionale dei guerrieri era la spada a due mani (claymore). Ogni clan aveva il proprio grido di guerra (slogan) e una bandiera o insegna per renderlo riconoscibile. La bandiera di ogni clan era già simile a quella odierna, visto che la parola gaelica per tartan è breacan, che significa a scacchi.

Il tartan esisteva sicuramente fin dall’antichità, ma il primo riferimento storico preciso è del 1471, quando si hanno testimonianze che Re Giacomo III abbia acquistato tali stoffe. Tuttavia alcuni storici sostengono che l’identificazione di un particolare disegno e colore di un tartan con un clan sia avvenuta in epoca molto recente e sia dovuta alla fantasia di due scrittori che pubblicarono un volumetto in cui ad ogni clan era abbinato un dato tartan. La cosa era strumentale alla loro causa, in quanto serviva ad avvalorare la tesi che essi stessi discendessero da Bonnie Prince Charles (sostennero che il volume era la fedele trascrizione di un vecchio manoscritto in possesso della loro famiglia). Da allora i clan più antichi ebbero un colore ed un’insegna ben delineati; oggi tutti i 120 clan scozzesi ancora attivi hanno fatto la stessa cosa.

Il tartan è anche il panno con cui vengono confezionati la maggior parte dei kilt. L’unica altra stoffa ammessa, ma non dai puristi, è il tweed, che è invece obbligatorio per le giacche. Elemento caratteristico del kilt è lo sporran, la borsa portata sul davanti, in cuoio o pelliccia. Al cinema è diventato immensamente popolare grazie al film Braveheart di Mel Gibson, anche se è praticamente assodato che in realtà William Wallace non lo indossasse affatto.

Il kilt nel dettaglio

Il kilt è il vestito tipico delle Highlands, gli scozzesi della pianura invece lo portano abusivamente. Dopo la battaglia di Culloden, in cui la Scozia perse le speranze di indipendenza, nel 1746 venne emanata una legge che vietava di portare kilt e tartan. Quando, nel 1785, la legge venne abolita, l’uso del kilt era ormai dimenticato, ma ritornò in auge nel 1822 quando Re Giorgio IV visitò Edimburgo indossando il vestito che, guarda caso, era stato proprio il simbolo della lotta contro l’Inghilterra.Proprio di recente è divampata la polemica derivata dal fatto che il Principe e futuro Re William non lo indossi mai e la cosa è vista dagli scozzesi come una mancanza di rispetto.Nel mondo del calcio è ovviamente associato alla Tartan Army, la colorata ed alcolica tifoseria al seguito della nazionale scozzese.Il kilt, per concludere, è un vestito esclusivamente maschile. Le donne possono portare gonne pieghettate di tartan, ma mai un vero e proprio kilt.

Roberto Johnny Bresso

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