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Un secolo di Arezzo, il cavallo rampante del calcio italiano

by Marco Battistini
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Arezzo calcio

Roma, 10 sett – Mitologicamente fondata dalla dea etrusca Artume – divinità identificabile con la più famosa Diana – Arretium durante l’epoca romana risultava uno dei due strategici crocevia per chi doveva attraversare i dolci monti dell’Appennino centro-settentrionale. Sull’opposto versante, altra tappa obbligata per i viandanti dell’impero era Ariminum, l’odierna Rimini. Così qualche secolo dopo (venerdì scorso per la precisione), proprio nella ridente località felliniana, il cavallo rampante è tornato a correre sull’erba di un campo professionistico. Cogliendo una bella vittoria esterna per 2-1. Calcio moderno e vicende passate che s’intrecciano: domani l’Arezzo festeggerà un secolo di storia.

10 settembre 1923: la fondazione

Città dell’oro e degli artisti – qui sono nati tra gli altri Francesco Petrarca e Giorgio Vasari – nel primo dopoguerra in questa parte di Toscana si va diffondendo la pratica del pallone di cuoio. Mentre il governo fascista intuisce che il rinnovamento antropologico sarebbe dovuto passare (anche) dallo sport, nei quartieri aretini fioriscono diverse compagini. Caffè del Vapore, 10 settembre 1923: suggerita da un paio di ragazzi originari di Torino, viene fondata la Juventus Arezzo f.b.c. Pantaloncino nero e casacca arancione, magliette che dopo qualche lavaggio diventano gialle. L’iniziale omonimia con i sabaudi non dura però a lungo. Esattamente sette anni più tardi infatti – contestualmente alla convergenza di altre realtà cittadine – si continua il percorso come Unione Sportiva Arezzo. Nel 1937 viene ufficializzato invece il colore amaranto.

Arezzo, un gradito regalo di compleanno

Pur non avendo mai militato nella massima competizione nazionale, può vantare sedici partecipazioni in cadetteria. Vinta per tre volte la terza serie, categoria che spesso e volentieri ha visto protagonista il Cavallino in questo secolo di storia. Anzi, proprio per festeggiare il centesimo compleanno, l’Arezzo – con una splendida cavalcata – si è regalato per l’occasione l’attuale Lega Pro. Dopo aver dominato (aggiudicandosi con largo anticipo) il girone E della Serie D, i ragazzi capitanati dall’uomo di casa Andrea Settembrini, ritroveranno ora storiche rivali del centro Italia come Perugia (derby dell’Etruria) e Cesena. Al navigato tecnico Paolo Indiani il compito di continuare a coniugare gioco e risultati, magari sorprendendo le avversarie più quotate.

Il simbolo del centenario

Anche la giostra del Saracino – svoltasi domenica scorsa – ha onorato l’ormai secolare squadra di calcio locale, grazie ai particolari della Lancia d’oro, trofeo assegnato al vincitore del palio. Ma tra le tante iniziative dedicate all’importante traguardo delle cento primavere, una ha catturato l’attenzione di chi scrive. Ossia il concorso indetto nei primi mesi dell’anno e che ha permesso ai tifosi interessati di vergare un logo per il centenario. Lo stemma che – tra una ventina di bozzetti – ha sbaragliato la concorrenza è quello disegnato da Rocco Bonaiuti, assiduo frequentatore della curva. Il deciso giallo, bordato di nero, dall’esterno ci fa convergere dapprima sull’amaranto e successivamente, in una tensione centripeta, sul cavallo rampante. Emblema cittadino dal XIV secolo, il pittogramma equestre rappresenta valore e animo intrepido. E’ la continuità storica del pallone aretino raccontata in un ricercato cerchio. Dal passato al futuro, verso l’alto: anche in questa meritevole rielaborazione grafica il tempo scorre (forse) come una spirale. Non sarà mai solo calcio.

Marco Battistini

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