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Il "Natale a 5 stelle" dei Vanzina non è (purtroppo) un cinepanettone

by Ilaria Paoletti
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Roma, 10 dic – E’ uscito questa settimana su Netflix il film “postumo” di Carlo Vanzina con il fratello Enrico, obbligati a vestire i panni degli sceneggiatori, per la direzione di Marco Risi. Carlo ha sperato sino all’ultimo di poter girare questo film ma come ben sappiamo il destino non ha voluto così: il regista protagonista della commedia degli ultimi venti anni ci ha lasciati prematuramente questa estate all’età di sessantasette anni. Ha perciò lasciato in eredità “Natale a 5 stelle”, l’ultimo, originale cinepanettone a Risi, figlio del regista Dino, che ricordiamo per pellicole tutt’altro che “leggere”: nella sua filmografia contiamo titoli come “Meri per sempre”, “Ragazzi fuori” e “Fortapàsc”.

Nelle intenzioni dei due Vanzina questo lascito non voleva essere il “solito” cinepanettone: non ci sono famiglie in vacanza di Natale a Cortina o ai Caraibi. Il protagonista, o per meglio direi i protagonisti, sono i politici italiani. Nel caso di specie, sono un sottosegretario “schiavo” (Ricky Memphis, preso in giro dal premier perchè eletto online con 124 voti) e il premier “squalo” e arrivista (Massimo Ghini: a quanto pare dai tempi di “Compagni di scuola” di Verdone la sua è la faccia che meglio rende il politico corrotto e corrompente, questa volta in versione “farsesca”). Nell’ambito di una missione in Ungheria per una commissione bilaterale, avranno al loro seguito la classica “bonona” dei film di Vanzina, i quali per l’occasione hanno rispolverato Martina Stella per il  ruolo della deputata toscana del Pd “fedifraga” (con gli occhiali da vista “imposti dal partito, che fanno più gnocca e meno intellettuale”).

Dalle prime battute, si capisce che non ci sarà censura o riadattamento nel rappresentare quelli che, secondo i Vanzina, sono i politici attuali: sia lo “schiavo” di Guidonia che il premier sono del Movimento Cinque Stelle, anche se si accusano a vicenda di essere voltagabbana perchè precedentemente militanti del Partito Democratico. L’inizio è piacevole e persino credibile: il duo di attori funziona, specialmente Memphis, sebbene nei panni del premier sarebbe stato più indicato un classico De Sica. Altrettanto credibile e con spunti genuinamente comici è il rapporto tra “Guidonia” e la madre in sedia a rotelle scandalizzata dal suo passaggio da Togliatti a Fico e poi a Salvini. Purtroppo, però, tra babbi natali morti, scambi di identità, cameo di Rocco Siffredi, corna, Ciavarro riesumato dalla naftalina, chiappe al vento e l’immancabile e molestissimo Biagio Izzo, la parte della “farsa” prende sempre più posto rispetto alla commedia e anche alla satira.

Anche se i personaggi sono cambiati, il film è innegabilmente, inesorabilmente, un film dei Vanzina  e purtroppo, degli ultimi Vanzina. Le battute ci sono, ma quelle con un po’ di mordente si perdono in una serie di trovate ritrite e che per giunta, prive dei classici interpreti “trash”, sono ancora più noiose. Nel cuore di ogni italiano nato negli ultimi trent’anni c’è una battuta di un film dei Vanzina, è semplicemente il segreto meglio nascosto che c’è: questo, e duole dirlo perchè è l’eredità di Carlo e quindi speravamo in un geniale “colpo di coda”, non sarà uno di quei film. Abbiamo risolto il dubbio: non è che i Vanzina fossero dei geni che per questioni commerciali si “riducevano” a fare cinepanettoni. Erano dei geni nel fare i cinepanettoni. Purtroppo, questo non è il loro capolavoro.

Ilaria Paoletti

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1 commento

Marcp 11 Dicembre 2018 - 12:00

“Natale a 5 stelle”. Bel film che racconta la nostra storia di oggi, anche politica. Tutti gli attori sono Bravissimi e si va sul Danubio a Budapest,. Perfetto per passare 100 minuti in Allegria su NETFLIX

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