Roma, 11 apr – Chiamiamolo direttamente Patto Ue immigrazionista. Senza troppi giri di parole. Ma l’immigrazionismo è un po’ come la mafia, in particolare fino agli anni Cinquanta del secolo: c’è, ma non si dichiara ufficialmente. Quante volte si era sentita la frase “la mafia non esiste”. Per tanti anni si è sentito in Italia – ma anche in altre aree d’Europa” che “l’immigrazionismo non esiste”. Ebbene il nuovo Patto stabilito in Ue per migrazioni e asilo ha questo senso di ambiguità, che però non riesce a tradire la sua sostanza.
Il Patto Ue sulle migrazioni è il solito giro di parole immigrazionista
Andiamo dritti al punto, perché chi vuole può leggere i dettagli. Il Patto Ue sulle migrazioni è un po’ come il gioco delle tre carte. O come il classico sistema di contrappesi che toglie un carico per metterne altro in sede diversa. Insomma, una truffa. Basti pensare che al Patto viene accompagnato il testo legislativo per l’accoglienza dei richiedenti asilo, il quale non cambia assolutamente nulla di ciò che stiamo osservando da ormai un decennio abbondante. Anzi, può essere considerato perfino peggiorativo, dal momento che obbliga gli Stati membri a garantire standard di accoglienza ai richiedenti asilo per alloggio, scuola, sanità, tutto. Ora, se si parlasse di cifre normali di richieste di asilo, la ratio sarebbe comprensibile. Il problema è che ci troviamo nella maggioranza dei casi, da anni, in richieste di asilo non corrispondenti a diritti reali. Chi arriva sui barconi non viene quasi mai da teatri di guerra, lo sappiamo da anni ma sembra che l’informazione sembra passare sotto silenzio ogni volta. Al contrario, la propensione ad accettare le richieste viaggia in tutt’altra direzione, sebbene neanche gli accoglimenti possano costituire la maggioranza. Per non parlare di altre chicche sparse qui e lì, come la detrazione parziale o totale dei propri contributi di solidarietà relativi agli Stati sotto pressione migratoria: in soldoni, per chi accoglie, eccezioni sui soliti conteggi. Oppure il testo sulla “via sicura e legale” per l’Europa, che pretende di scoraggiare l’immigrazione clandestina sostituendola con quella legalizzata.
Difficile non dare ragione a Orban
Viktor Orban su X è molto netto. Il presidente ungherese scrive così: “Il Patto sulla migrazione è un altro chiodo sulla bara dell’Unione Europea. L’unità è morta, i confini sicuri non ci sono più. L’Ungheria non si arrenderà mai alla frenesia dell’immigrazione di massa! Abbiamo bisogno di un cambiamento a Bruxelles per fermare la migrazione”. Ed è difficile dargli torto.