Roma, 12 lug – Gli incendi a Roma delle ultime settimane hanno messo in allarme un po’ tutti. L’Arpa, in particolare, ha addirittura parlato di allarme diossina, per un rischio di salute pubblica, oltre che di danni alle strutture, come ha riportato anche Tgcom24. Ci sono però sfumature e storie che toccano il personale, meritevoli di essere raccontate forse in modo più dettagliato.
Incendi a Roma, cosa ha rischiato il mio quartiere
Abito a Roma da quasi vent’anni. Nella zona Ovest, vicino Boccea, nel quartiere di Casalotti, tanti residenti hanno passato una giornata pessima. Un’area che ha rischiato di essere distrutta dalle fiamme nel rogo del 27 giugno. Nei pressi di piazza Ormea c’era un campo, per meglio dire una prateria. Il verde abbondava. Adesso, quel campo, è tutto nero, e il verde non c’è più. Si intravedono, a due settimane dalle fiamme, i primi scampoli di ricrescita della vegetazione. Pochi, ma ci sono. Perché quel campo, a fine giugno, era una intera distesa di fiamme. E il risultato è ciò che si vede nelle foto.
Il grigiore, il nero del bruciato, del raso al suolo. Quasi come se ci fosse caduto sopra un asteroide: forse espressione un po’ forte, senz’altro un’iperbole, ma la sensazione visiva è esattamente quella. Il retrogusto del “post-apocalittico”, quanto meno, c’è. Ero fuori città. Torno a casa completamente ignaro di quanto era accaduto. Noto immediatamente il campo “colorato” di nero. Ma soprattutto noto che tutte le aree verdi – che nella zona sono tante- sono completamente bruciate. E, ancor di più, constato un fatto inquietante: le fiamme sono giunte fino a pochi centrimetri da dove abito io, come tanti altri residenti del quartiere. Il mio condominio era completamente circondato: e le tracce lo mostrano con chiarezza.
Vicini e anziani, il racconto della paura
Tra vicini, anziani residenti e qualche custode, il racconto che mi viene testimoniato è quello del terrore. “Abbiamo passato una brutta giornata”, dice quasi con ironia il portiere di un complesso, che aggiunge di essersi “spaventato seriamente”. E poi: “Per fortuna che non era un periodo di partenze intense, altrimenti forse non avremmo più casa nostra”. Del resto, anche casa mia ha rischiato di essere completamente bruciata. E anche casa mia è stata completamente circondata dalle fiamme. Insomma, una bella fortuna. Una sensazione che oscilla tra il sospiro di sollievo e l’inquietudine. E quest’ultima non può che rivolgersi a un’amministrazione comunale la quale, sulla questione, si è dimostrata parecchio inaffidabile.
Stelio Fergola
3 comments
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Piccola nota “contadina”: tutti giù di vanga, canotta nera, per seminare/impiantare ciò che più Vi aggrada a giusto risarcimento e ricordo del rischio subito. Nulla osta?! Se appena appena potete, prendetevelo.