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Incinta “fai da te”, con kit e donatore via WhatsApp: il caso incredibile di una donna britannica

by La Redazione
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Roma, 17 ago – Si può essere incinta “fai da te”? In questo mondo, incredbilmente, sì. È quanto avvenuto in Gran Bretagna, in una storia che è già diventata un caso ed è stata riportata anche da Tgcom24.

Incinta “fai da te”, grazie a kit e donatore trovato su WhatsApp

La donna incinta “fai da te” è Bailey Ennis, 24 anni, di Londra. Ovviamente, la procedura è quella dell’inseminazione artificiale. La cosa ancora più sconvolgente è proprio che la Ennis, per ingravidarsi, ha fatto tutto autonomamente, senza manco rivolgersi a una struttura, a una clinica a un medico che sia uno. Come? Semplice: prima di tutto ha cercato il seme sui siti internet di donatori di sperma, poi ha comprato un kit per l’inseminazione, per un costo di 30 euro. L’uomo è stato scovato, poi è iniziata una chat su WhatsApp, anche se la donna afferma di essersi incontrata dal vivo con lui per “concordare tutto” ma anche per utilizzare concretamente sia la donazione che il kit. Al primo tentativo, il “progetto” è andato in porto: nell’ottobre 2021 Bailey è rimasta incinta, mentre il 2 luglio di quest’anno ha partorito il figlio, Lorenzo.

Ovviamente, seguono le solite dichiarazioni strappalacrime: “Avere un bambino da sola è la cosa migliore che abbia mai fatto”. Aggiungendo le manfrine sul desiderio di maternità che coltiva “da quando sono adolescente”. Ovviamente, Bailey è gay, e di un uomo vero non prende neanche in considerazione la possibilità. Anche se per onor del vero non prende in considerazione niente (“non avevo alcun desiderio di avere una relazione. Volevo solo avere un bambino”).

Cosa rischia l’operazione “gravidanza da sola”

Bailey narra entusiasta le sue gesta su TikTok, ma forse non c’è molto da stare allegri, visto che le tutele solitamente garantite per le già discutibili – per usare un eufemismo – “operazioni” tanto in voga nella stramba società occidentale, in questo caso non ci sarebbero, soprattutto dal punto di vista medico e psicologico. Secondo la Ennis, il donatore “potrà conoscere Lorenzo se vorrà, in qualsiasi momento della sua vita”. Il padre “non padre”, intanto, ha dichiarato che è disponibile ad “aiutarla” a concepire anche un secondo figlio.

Alberto Celletti

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2 comments

fabio crociato 17 Agosto 2022 - 9:52

Sistemi da detenuti, oggi non solo quelli trattenuti da sbarre ma anche da ben altro; grave comunque per il nascituro che, nonostante tutto il fattibile, partirà da una classe inferiore. Alla faccia della parità delle condizioni di partenza e dei diritti civili tappabuchi.

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jenablindata 17 Agosto 2022 - 9:57

“sopratutto dal punto di vista medico e psicologico”

sarà comunque SEMPRE un milione di volte meglio di quelle che un figlio sanissimo lo abortiscono.

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