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La potenza indistruttibile di un’idea

by Francesco Boco
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Roma, 9 giu – Alcune rapide os(1942) Nicholas Roerich - «Prince Igor’s Campaign»servazioni in merito a un articolo di De Benoist apparso sul bel sito anticonformista azione culturale e alcune ottime risposte di Simone Di Stefano, vice presidente di CasaPound Italia. Ci sono intellettuali anticonformisti che amano ripetere il mantra molto politicamente corretto della fine delle ideologie, del fatto cioè che fascismo e comunismo, i colossi ideologici del secolo passato, sarebbero finiti e consegnati per sempre alle pagine dei libri di storia. Ma quello che questi autori dimenticano, è che allora anche la stessa multiforme esperienza della Rivoluzione Conservatrice europea (Spagna, Italia e Russia incluse, perché no) deve essere consegnata alla storia con tutte le conseguenze del caso. Curiosamente molti di costoro conservano solidi riferimenti ad autori che furono fascisti, comunisti, rivoluzionari, traducendone le idee nel tempo attuale.

Allora dove sta la contraddizione? Forse che ogni idea viva del suo tempo e lì si esaurisca? O forse le idee vivono negli uomini e si dispiegano nel mondo a seconda del contesto? Si dovrebbe entrare in questioni platoniche di lana caprina ma basti spendere due parole, per quel che importa. Quando uomini e movimenti diventano simboli e miti la loro funzione non termina con la sconfitta o con la rovina. Spesso la tragedia non è che la porta attraverso cui deve passare un affinamento, un perfezionamento, tale da prolungare nel corso del tempo l’essenziale, la potenza indistruttibile di un’idea. Questo fulcro inattaccabile consolida nonostante tutto, un patrimonio di energia che una volta dispiegato nel mondo torna ad avere efficacia storico-concreta. Non si spiegherebbero altrimenti le risorgive di vario genere quali l’esperienza Khomeinista o il revival imperiale del Giappone di oggi.

Tra le idee dei filosofi e quelle dei politici c’è uno scarto d’intensità che ha a che vedere con la distinzione esistente tra la teoria e la prassi, ma se un filosofo mantiene la sua attualità, perchè non può mantenerla, sempre tenendo conto della realtà storica, una politica da lui ispirata? Dopotutto ciò che resta dei fascismi e dei comunismi è il principio vivo di un progetto politico dettato da una determinazione essenziale: prassi politica rivoluzionaria totale o anche, un pensiero concreto volontarista creatore d’ordine. Ciò che perde di validità sono gli atteggiamenti di opposizione al fenomeno storico. Le sirene dell’impolitica si scontrano con la volontà degli uomini, con la forza trascinante dell’estetica e dello stile, i più intuitivi veicoli di comprensione e trasformazione della realtà.

Francesco Boco

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