Roma, 30 apr – Che l’inquinamento non fosse un toccasana per la salute lo si era capito. Che i neonati andassero tenuti d’occhio con particolare attenzione lo si poteva intuire.
Ora, però, arriva la conferma scientifica: uno studio pubblicato sulla rivista americana Jama Psychiatry e firmato da Lilian Calderón-Garcidueñas, dell’Università del Montana, certifica che le polveri ultrasottili e gli idrocarburi politici aromatici (come il benzopirene) sono tossici anche per i neuroni, soprattutto nei primi mesi di vita. Non è inoltre escluso che le stesse sostanze abbiano un ruolo anche nell’insorgenza di depressione e psicosi, demenze precoci, addirittura suicidi.
E sempre l’inquinamento agisce come “distruttore endocrino”, è cioè capace di modificare l’assetto ormonale dell’organismo, di nuovo con particolare riguardo a neonati e bambini, aumentando così il rischio di malformazioni alla nascita e una maggiore propensione a sviluppare nel corso della vita diabete e obesità.
Oltre ai danni alla salute, lo smog causa inoltre danni ingenti anche al nostro portafoglio. Ogni anno, infatti, spendiamo 1,6 trilioni di dollari per malattie correlate all’inquinamento e decessi prematuri (600 mila), pari a un decimo del Pil prodotto dall’intera Unione nel 2013. Secondo uno studio realizzato dall’Ufficio europeo dell’Oms e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e presentato al meeting di Haifa (Israele), dove sono riuniti oltre 200 rappresentanti istituzionali e organizzazioni non governative per discutere di ambiente e salute nell’Ue, i soli costi economici dei decessi legati allo smog sono pari a 1,4 trilioni di dollari. Aggiungendo anche l’esborso per le malattie si arriva appunto a 1,6 triliardi.
Solo nel 2012, ben 482 mila morti premature sono state causate da malattie cardiovascolari e respiratorie, tumori al polmone e ictus. “La riduzione dello smog deve diventare una priorità politica – afferma Christian Friis Bach, segretario della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece) – un impegno che deve essere al centro della prossima conferenza sull’ambiente dei ministri Ue in Georgia nel 2016”.
Giuliano Lebelli