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Intellettuali di destra: ecco alcuni dei più autorevoli

by La Redazione
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La storia della politica italiana è ricca di figure celebri che hanno avuto una risonanza ed importanza fondamentale per i risvolti successivi del tessuto sociale del Paese. Volti e profili politici che dunque hanno segnato le epoche che si sono succedute fino ad oggi, dando concretezza a quella che è la suddetta componente cruciale anche per la vita attuale. Intellettuali di destra (giornalisti, politici, artisti e non solo), di sinistra o di centro, che a prescindere dalla propria tendenza e partito politico sono stati autorevoli. In questo caso concentriamo l’attenzione soprattutto su quelli di destra, che non sono certamente egemoni, cercando di porre in evidenza coloro che hanno avuto maggiore impatto sulla popolazione.

Vittorio Sgarbi

Tra gli intellettuali che sono stati più vicini alla destra mostrando una certa popolarità nel tessuto sociale recente vi è Vittorio Sgarbi. Un critico d’arte, opinionista televisivo e presidente di vari enti museali di prestigio, dal fare piuttosto sopra le righe ma che ha evidenziato negli anni un sostegno e appoggio al pensiero politico di destra. A detta di molti questa figura non è collocabile politicamente, ma in realtà le sue esternazioni ed opinioni in merito a diverse vicende sociali, belliche ed economiche espresse in tv o negli altri mezzi di comunicazione, hanno sempre fatto evincere una tendenza verso la fazione in questione.

Angelo Crespi

Un altro degli intellettuali vicino alla destra italiana è sicuramente il giornalista Angelo Crespi: anch’egli al pari di Sgarbi attiene al mondo dell’arte. Critico di tale categoria e curatore di mostre, è direttore di due testate giornalistiche concernenti appunto la bellezza artistica made in Italy, nonché consigliere del Ministero dei Beni ed Attività Culturali. Dai modi ed espressioni sicuramente differenti rispetto a quelle del profilo menzionato in precedenza, Crespi ha veicolato spesso mediante i giornali e il proprio pensiero un’idea politica destrorsa.

Luigi Mascheroni e Giordano Bruno Guerri

Altri due elementi della medesima categoria politica sono Luigi Mascheroni e Giordano Bruno Guerri. Il primo è giornalista di costume, politica e cultura (de “Il Giornale”, “Il Sole 24ore”, “Il Foglio”); il secondo è storico, studioso del ventennio fascista italiano e giornalista. Quest’ultimo in particolare è sempre mostrato la declinazione di destra, assumendo posizioni libertarie. Nota, nel suo caso, la battaglia politica per il contrasto alla pena di morte in funzione di un’abolizione di questa pena. Altrettanto celebri sono anche le sue documentazioni ed approfondimenti accademici sul rapporto tra Stato e Chiesa. In aggiunta a ciò è simbolica in tal senso la sua iscrizione e poi presidenza della fondazione Vittoriale degli Italiani: un ente che in passato ha annoverato tra le proprie fila elementi intellettuali di spicco quali D’Annunzio e Riviera.

Dal giornalismo allo spettacolo: Martinelli, Barbareschi e Insegno

Se fino ad ora abbiamo trattato elementi provenienti per lo più dal mondo del giornalismo e della cultura, ora spostiamoci su un altro settore: ossia quello dello spettacolo. Anche da qui derivano figure intellettuali che hanno sostenuto e continuano a sostenere con incidenza la destra: tra questi troviamo Renzo Martinelli e Luca Barbareschi. Il primo è regista affermato e icona del mondo leghista (famosa è la partecipazione di Umberto Bossi al suo film “Barbarossa”). Il secondo, invece, è principalmente attore e volto televisivo, ma anche direttore di teatro. Un profilo poliedrico che è stato anche parlamentare del partito Popolo della Libertà, nel periodo tra il 2008 ed il 2013. Barbareschi si rese celebre per il suo attacco contro i troppi, a suo dire, spot a favore del gioco durante il Mondiale 2014. C’è da dire che in quel caso non si trattò di una battaglia patriottica che, magari, poteva puntare a difendere il casino dell’italiana snai ma si trattava di una questione più in generale, che riguardava aziende del nostro paese ed estere.

Al pari di Barbareschi anche Pino Insegno ha mostrato la fazione politica in questione, come nel recentissimo caso della presentazione di Giorgia Meloni all’evento di propaganda politica precedente all’elezione come premier di tale candidata. Un mondo dello spettacolo che dunque sostiene la destra, perlomeno in alcuni suoi esponenti, e che come nel caso dei giornalisti ed intellettuali sopra indicati, evidenzia una tendenza abbastanza marcata.

Pietrangelo Buttafuoco e Marcello Veneziani

In ultimo, dopo aver passato in rassegna giornalisti, attori, registi e critici d’arte, veniamo a due figure sempre afferenti alla cultura, ma maggiormente legati alla scrittura. Stiamo parlando di Pietrangelo Buttafuoco e Marcello Veneziani. Il primo, appunto è giornalista (“Panorama”, “Il Fatto Quotidiano”, “Il Giornale”, “Il Foglio”) e scrittore, nonché volto televisivo in qualità di opinionista di La7. Il secondo invece è anch’egli giornalista e scrittore ma affonda le proprie radici di destra nell’appartenenza giovanile al Fronte della gioventù (organizzazione del MSI e Destra Nazionale). La testata emblematica della partecipazione al suddetto movimento politico è “Il Giornale d’Italia”, diretto dal democristiano Luigi d’Amato. Con quest’ultimo Veneziani ha condiviso parte del percorso lavorativo e politico ricevendone in qualche modo l’influenza. Questi è anche commentatore Rai (e parte del suo Consiglio di Amministrazione per un periodo), facendo parte quindi tra le altre cose del mondo televisivo. Ancora impressa nella memoria storica del nostro Paese è la sua battaglia a Norberto Bobbio per la compromissione col regime fascista del noto filosofo e giurista. Una lotta tra i due il cui teatro di scena è stato il Corriere della Sera sulle cui pagine furono pubblicati gli scambi tra Veneziani e appunto Bobbio. Ulteriore evidenza dell’appartenenza politica di destra per Veneziani fu l’articolo de “Il Tempo” del 2017 dedicato alla figura di Benito Mussolini come “uomo dell’anno”. Una sorta di idolatria ed innalzamento del duce e del suo fascismo a tematica principale trattata in quel periodo: menzione tesa a sottolineare l’incidenza a distanza di anni di un movimento politico ancora presente. Buttafuoco, invece, ha mostrato un fare destrorso dal punto di vista politico fin dal principio della sua scrittura e carriera giornalistica ai tempi di riviste quali “Proposta” o “Il Secolo d’Italia”. Poi le partecipazioni televisive a trasmissioni di Mediaset e La7, come conduttore dai toni sempre marcatamente inclini alla fazione menzionata. Recentemente, infine, è stato designato presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, a dimostrazione dell’eclettismo di questa figura. Intellettuali che in ultima analisi, come visto, provengono da svariati mondi, dell’arte, del giornalismo, della tv e non solo, ma tutti accomunati da una formazione politica di destra spiccata e per nulla nascosta.

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