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Israele estende ancora le maglie del conflitto in Medio Oriente: Cisgiordania nel mirino

by La Redazione
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Israele Cisgiordania

Roma, 29 ago – Ora Israele alza ancora la posta e punta alla Cisgiordania, ovvero la seconda regione abitata dai palestinesi dopo l’affollatissima Striscia di Gaza. Un’azione cominciata già mercoledì notte con il blitz avvenuto nel nord, a Jenin. Il tutto mentre Tel Aviv approva la proposta di tregue temporanee per consentire la distribuzione di vaccini antipolio.

L’operazione di Israele in Cisgiordania

Tre le zone in cui l’esercito israeliano ha intenzione di colpire nei prossimi giorni. Una di queste è praticamente già sotto attacco, ovvero Jenin. Viicno a Tubas, nella Cisgiordania orientale, c’è il campo profughi di Al Farah, ovvero il secondo obiettivo. Il terzo è la città di Tulkarem. L’Idf punta, ufficialmente, a distruggere le “catene di montaggio” palestinesi per costruire bombe, individuate proprio nelle zone menzionate. Poi, sempre ufficialmente, quello di arrestare i terroristi che sarebbero pronti ad attaccare nella stessa regione. Insomma, sarebbe una mossa “preventiva”, ma è anche naturale che Tel Aviv la descriva in questo modo. Secondo gli analisti l’operazione somiglia molto l’attacco preventivo in Libano avvenuto domenica: dunque, distruzioni di armi e di terroristi in vista di azioni ulteriormente belliche. Dalle fonti palestinesi, nel frattempo, arrivano parole di “guerra aperta”, in caso di prosecuzione delle attività di Israele in Cisgiordania.

La condanna dell’Onu

Non è solo Hamas a definire l’azione di Tel Aviv come “un piano più ampio per estendere il conflitto”, ma anche l’Onu. Le Nazioni unite la definiscono una decisione che  “viola il diritto internazionale e rischia di infiammare ulteriormente una situazione già esplosiva”. L’Idf intanto pubblica anche il risultato dell’indagine sull’attacco di coloni israeliani al villaggio palestinese di Jit. “Un atto terroristico contro residenti palestinesi, che l’Idf non è riuscito a proteggere”. Anche Washington a momenti sembra non sapere cosa fare. Le sanzioni annunciate contro i coloni hanno provocato forti critiche da parte di Benjamin Netanyahu.  Difficile non dare ragione alle valutazioni dell’Onu, comunque. Se Hamas annuncia di voler riprendere gli attentati suicidi nell’area perché “questa situazione si può affrontare solo con un conflitto aperto” (parole loro) del resto non c’è molto da dire….

 

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