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“Italia Europa Rivoluzione”: un saggio sugli Anni di Piombo disponibile in libreria

by La Redazione
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Italia Europa Rivoluzione

Roma, 9 dic – Esce nella collana Off Topic la testimonianza di militanza identitaria negli Anni di Piombo di Ugo Susinno Italia Europa Rivoluzione. Testimonianze di militanza dal Fronte della Gioventù a Lotta Popolare (info: ars_italia@hotmail.com). Di seguito, pubblichiamo con piacere la prefazione scritta da Luca Signorelli.

Italia Europa Rivoluzione: la prefazione

Fu una bellissima vacanza quella che passai con tutta la famiglia a Palermo, nel 1977. La Sicilia era nel cuore di tutti noi: sole, mare, tante città d’arte ed anche molti amici e militanti di Lotta Popolarev(LP), il movimento da poco costituito da papà, che ci accolsero convgrande simpatia. Fu una vera vacanza. Nessuna riunione politica ovculturale nella sede di LP Palermo, solo una presentazione informale in un bar del centro in cui conoscemmo i militanti palermitani.
Fra loro Ugo, Luigi e Roberto che mi proposero di trascorrere una giornata al mare, nella spiaggia di Mondello. Ci mettemmo d’accordo e andammo in quella località balneare vicino Palermo. Trascorsa tutta la mattina al lido, decidemmo di passare la sera in un locale e ci recammo in un chiosco frequentato da tanti ragazzi dove ci avrebbero raggiunto
altri militanti romani incontrati a Mondello. Appena arrivati fummo però riconosciuti da un gruppo di estremisti di
sinistra, circa dieci, e intorno al bar chiosco scoppiò un putiferio che finì alcuni minuti dopo con l’arrivo delle volanti della polizia.

Finimmo tutti in Questura. Questa l’aria che si respirava in quegli anni, anche in tempo di vacanza. Non solo a Roma ma ovunque, pure in una località balneare in piena estate. Negli anni settanta gli estremisti rossi non erano mai in vacanza, erano sempre sotto pressione, incapaci di rilassarsi soprattutto quando vedevano uno o più “fasci”. Così anche a Palermo.
Provenendo da Roma, conoscevo bene quel tipo di situazione e anche peggio. Come non ricordarsi dei fratelli Mattei, di Mario Zicchieri, di Mikis Mantakas soccorso morente da mio padre proprio davanti la sezione Prati sotto assedio e, pochi mesi dopo, della strage di Acca Larenzia.

Tutto questo avveniva, non bisogna dimenticarlo, con la complicità e la copertura di gran parte della stampa dell’epoca per la quale, spesso e volentieri, i nostri caduti erano vittime di “faide interne”. Nonostante tutto si tirava avanti e non si cedeva di un solo metro pur essendo in netta inferiorità numerica, sia per il senso di comunità che per la grande motivazione ideale e culturale che aleggiava in tutti noi. Una militanza determinata e rigorosa sostenuta da profondi e, a volte, visionari contenuti culturali.

L’affermazione dell’individuo come entità unica e indissolubile contro i principi dell’omologazione e del collettivismo tanto in voga nella cultura marxista. Il culto dello stato sociale contro la dittatura del proletariato e la lotta di classe. Il concetto di Nazione come entità nazional popolare contro l’Internazionale Socialista. Il rifiuto del modello culturale e politico made in Usa  e del controllo esercitato sulla nostra vita politica in tutti i modi possibili e immaginabili che ha creato lo scenario di un paese a sovranità limitata. Nessuna reazione né conservazione ma tante proposte innovative, politiche e culturali. Per questo lottavamo, anche a prezzo della nostra incolumità: per i nostri ideali, per la nostra visione del mondo e
dell’uomo.

I militanti che sostenevano le sezioni, le sedi, i movimenti nazionali erano in gran parte ragazzi come descritto nel presente testo e ampiamente testimoniato dai nostri giovani assassinati in quegli anni: Mario Zicchieri, ucciso davanti la sezione MSI del Prenestino, aveva solo 16 anni. Eppure a Roma fu proprio grazie a ragazzi come Mario che le sezioni riuscirono a resistere a quello che era un assedio quotidiano dei gruppi di estrema sinistra. Tanti furono i giovani militanti che aderirono. Non solo per forza ideale ma anche per reagire alle prepotenze quotidiane degli estremisti
rossi, infine per un forte senso di appartenenza e comunità che si veniva a creare nel tempo.

Chi militava nelle nostre sedi e nelle nostre sezioni era sempre un obiettivo per cui gli slogan ritmati nei cortei di sinistra: “Camerata basco nero il tuo posto è al cimitero”. Ma il nemico più subdolo fu il regime democomunista che per mezzo del
Compromesso Storico di Aldo Moro cercò in tutti i modi, anche i più abietti, di stroncare l’unica opposizione a quella che di fatto fu, negli anni ‘70-’80, una spartizione del potere fra Dc e Pci.

Tanti furono i militanti accusati e arrestati ingiustamente, con imputazioni senza alcun fondamento, per essere quindi assolti dopo avere trascorso tanti anni di carcere, alcuni quasi dieci come papà accusato ed infine sempre assolto da tutti i capi d’imputazione e dopo interminabili processi. Furono anni in cui valori ideali si mescolarono a uomini forti e
semplici allo stesso tempo, anni di militanza, cameratismo e fratellanza. Anni indimenticabili. Il sole vince sempre.

Roma, settembre 2023.

Un testo tutto da leggere

Il naturale interesse che viene a proposito degli Anni di Piombo non può che suggerire l’acquisto di un volume così interessante, soprattutto per i riflessi sociali che ha prodotto quel “decennio abbondante” intercorso tra gli anni Settanta e i primissimi Ottanta.

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