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J-Ax: “Odiare i poliziotti è da fascista”

by Emmanuel Raffaele
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J-AxMilano, 6 dic – E’ un J-Ax moderato quello intervistato dal Corriere della Sera domenica scorsa per raccontare i suoi problemi con la droga e fare “mea culpa” a causa del suo passato. Un moderato dalla retorica stancamente antifascista. Tanto che, ad un certo punto dell’intervista, l’ex “mc” degli Articolo 31 spiega: “Ho capito che sui poliziotti aveva ragione Pasolini. Odiarli tutti è da fascisti“. Un commento che nasce in riferimento ad un episodio surreale raccontato proprio da Alessandro Aleotti, 44enne che dall’hip hop e dalle lotte per la legalizzazione delle droghe leggere è passato a duettare con Fedez e fare il giudice a “The Voice”, dopo aver tuonato contro i talent nella sua canzone “La nuova stella del pop”.

E così che, nel raccontare di una folle corsa da Salsomaggiore a Milano e ritorno per rifornirsi di “bamba”, Ax spiega di essersi ritrovato, ad un certo punto, fermato dagli agenti per la sua guida spericolata. Secondo il cantante, infatti, nel tentare – a suon di clacson e abbaglianti – di sorpassare la loro auto che, a quanto pare, bloccava l’intera carreggiata autostradale, non si era accorto si trattasse di poliziotti. Ed è così che gli agenti avrebbero fatto salire il rapper sulla loro auto “fatto cantare nella loro radio un pezzo rap, per tutta la stradale” per poi lasciarlo andare, anziché multarlo.

Dall’aneddoto, forse un po’ costruito, passa così ai racconti sull’adolescenza da vittima dei bulli: “A scuola non c’erano bambini, ma piccoli gangster. Lo sport più praticato era il bullismo. E l’allenamento preferito ero io. Mi picchiavano. Dicevano che portavo sfiga. Perché ero un analfabeta sociale: cresciuto con i nonni, non sapevo stare con quelli della mia età. E mi vestivo da sfigato”. Il primo amore? “Una compagna di scuola che mi disse di si solo per far ingelosire un altro bambino“, aggiunge Ax, dopo aver confessato la sua fascinazione per i paninari: “All’inizio erano loro i veri ribelli: figli dei sanbabilini, si imbucavano alle feste della Milano bene, devastavano le case della borghesia radical chic. Diventarono un mito. E io mettevo da parte i soldi per comprarmi le Timberland. Fanculo i poveri; a maggior ragione se il povero ero io. Costavano 200mila lire. Le presi da Trudy, in piazzale Loreto. Due numeri più grandi, pensando al futuro. Il piede però smise di crescere. Mi rovinai la postura, pur di non rinunciare a quelle scarpe. Camminavo zoppicando“.

Niente da dire, un vero genio che, a parte i suoi sedici anni da paninaro, ricorda, al tempo del trasloco in periferia con la famiglia, oltre al bullismo dei compagni, anche la maestra, immancabilmente fascista: “severa e manesca, girava la leggenda che si fosse fatta il Duce; di sicuro, quando spiegava Mussolini, piangeva“. Insomma, se i tempi in cui giocava a fare il ribelle sono andati, di certo non è sparita una blanda retorica antifascista, pur con tutte le contraddizioni del caso: un attimo prima la polizia è fascista, quello dopo devi apparire bravo e buono e, allora, odiarla è da fascisti.

Emmanuel Raffaele

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5 comments

Schoenfeld 6 Dicembre 2016 - 1:26

Qualunque sia la sua opinione politica rimane un povero tossico icona di una subcultura giovanile che si sceglie accuratamente i propri falliti da omaggiare. Doppia inutilitá doppio disprezzo!

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sonnynauta 6 Dicembre 2016 - 1:48

Con la sua “intelligenza” solo il DJ rapper poteva fare!

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nemesi 6 Dicembre 2016 - 4:18

Chissà perchè in racconti come questi le date ed i relativi anni dei protagonisti sembrano sempre tirati per i capelli,tanto da apparire assai poco probabili.

io la chiamo “sindrome della staffetta partigiana in bicicletta” perchè a vedere in giro le numerose staffette ancora in vita significa che i partigiani erano soliti usare bambine di circa otto-dieci anni per portare i messaggi che -in caso di cattura- dovevano essere rigorosamente mangiati e deglutiti come da copione.

poi per carità,come nel racconto di questo qua,tutto è possibile,ma lascio questa opzione alla intelligenza degli altri.

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pietrisco 6 Dicembre 2016 - 4:20

mah… però magari era un po meglio una volta quando le maestre insegnavano la disciplina e che al mondo non tutto ti è dovuto, non come adesso che desiderare qualcosa si trasforma immediatamente nel diritto di averlo, dove ognuno puo sparare a zero su chiunque trincerandosi dietro al ” dagli al fascista ” , infatti si vedono i primi risultati degli intelligentoni si sinistra che stanno prendendo tranvate a piu non posso e si attaccano a dei dementi come questo e il loro nuovo idolo bello figo… provate a lavorare ogni tanto fancazzisti rossi invece che lagnarvi sempre e basta ora tra l’altro insieme ai vostri buoni amici islamici!

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bombacci 7 Dicembre 2016 - 10:02

ma di gia’ cosa ce ne fotte di quel che dice un decerebrato ? io nemmeno li pubblicherei certi personaggi

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