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Jugend: amore, guerra e morte in un cortometraggio sulla Gioventù Hitleriana

by Valerio Benedetti
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Roma, 19 lug – In pochi mesi ha raggiunto la bellezza di quasi 700mila visualizzazioni su Youtube. Stiamo parlando di Jugend, cortometraggio che racconta la storia di un giovane soldato della 12a Divisione corazzata delle SS «Hitlerjugend». La pellicola è stata diretta dal regista italiano Alessandro Pepe, già autore di My honor was loyalty, film dedicato alla Divisione Waffen-SS «Leibstandarte». La narrazione di Jugend si concentra su un giovanissimo appartenente alla Gioventù Hitleriana che, dopo aver scoperto l’amore, parte per il fronte occidentale, dove si troverà ad ostacolare l’avanzata degli Alleati in Normandia. Tra vita di trincea, cameratismo e nostalgia per l’amata, la giovane recluta si scontra con una realtà durissima, ma che lui ha già deciso di affrontare fino in fondo.
Il cortometraggio rievoca anche in questo caso fatti realmente accaduti, benché qui ovviamente un poco romanzati. La Divisione «Hitlerjugend», infatti, era formata da reclute provenienti dall’organizzazione giovanile del Partito nazionalsocialista che si distinsero in battaglia per coraggio e ardimento. Grazie al loro sacrificio per difendere Caen, l’esercito tedesco poté ritirarsi dalla Normandia senza subire eccessivi danni. Anche questo cortometraggio è stato realizzato da Pepe in collaborazione con il gruppo di rievocazione storica Progetto900 ed è tutto in lingua originale (ma sono disponibili i sottotitoli in italiano).

Con Jugend il regista Alessandro Pepe aggiunge un ulteriore tassello al suo già composito mosaico. Dopo un film e vari cortometraggi, Pepe ha deciso di non fermarsi e di continuare a dedicare i suoi lavori alla «parte sbagliata» della storia e – come ci disse in un’intervista – a denunciare i crimini di guerra degli Alleati. E i riscontri positivi che ha avuto il cortometraggio sembrano effettivamente confermare che questa è la strada giusta: senza lasciarsi andare ad apologia o demonizzazione, il giovane regista di Cuneo è convinto che sia doveroso raccontare la storia anche dal punto di vista degli sconfitti. Una prospettiva che finora è mancata e di cui – a giudicare dal successo di Jugend – si sentiva davvero il bisogno.
Valerio Benedetti

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Alfredo 19 Luglio 2018 - 11:52

Ottimo Pepe! Così è possibile rendere verità a fatti sconosciuti dal grande pubblico. Tutto verosimile, ricostruito pefettamente.

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Leonardo 11 Settembre 2019 - 11:51

Onore e lealtà mi è piaciuto come film ma capisco perfettamente l’odio e la ferocia dei sovietici. I nazi-fascisti invasero la loro Terra. Come vi aspettavate che li trattassero? Quando qualcuno inizia una guerra non dovrebbe piangere se poi è la parte opposta a prenderlo a calci nel sedere. Bastava che se ne restassero in Germania e Italia invece di voler invadere e sottomettere altri paesi. Gli alleati ne hanno combinate, è vero ma la parte sbagliata sarà sempre quella nazi-fascista. Non perché ha perso la guerra ma perché era violenta, malata, razzista e spietata. I sovietici, piacciano o no, si facevano gli affari propri a casa propria, nel bene e nel male.

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Frank 19 Luglio 2018 - 1:17

Ma fallo almeno in Inglese, NO?

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Leonardo 11 Settembre 2019 - 11:28

Onore e lealtà mi è piaciuto come film ma capisco perfettamente l’odio e la ferocia dei sovietici. I nazi-fascisti invasero la loro Terra. Come vi aspettavate che li trattassero? Quando qualcuno inizia una guerra non dovrebbe piangere se poi è la parte opposta a prenderlo a calci nel sedere. Bastava che se ne restassero in Germania e Italia invece di voler invadere e sottomettere altri paesi. Gli alleati ne hanno combinate, è vero ma la parte sbagliata sarà sempre quella nazi-fascista. Non perché ha perso la guerra ma perché era violenta, malata, razzista e spietata. I sovietici, piacciano o no, si facevano gli affari propri a casa propria, nel bene e nel male.

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