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Una carriera da Oscar: Kapadia e il documentario su Steven Gerrard

by Lorenzo Cafarchio
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Steven GerrardLondra, 1 mar – Dalla notte magica di Istanbul al tremendo scivolone che costò la Premier al suo Liverpool contro il Chelsea nel 2014. La vita di Steven Gerrard diventerà un documentario, a girarlo sarà il regista anglo-indiano Asif Kapadia vincitore della statuetta, nei giorni scorsi, all’Academy per il lungometraggio sulla controversa esistenza di Amy Winhouse dal titolo “Amy”.

Kapadia balzò all’onore delle cronache, nel 2010, per la realizzazione di una pellicola sulla vita di Ayrton Senna, indimenticato pilota di Formula 1, promettendo che il girato: “piacerà di certo a tutti gli amanti dello sport e non solo ai tifosi del Liverpool”. L’incontro tra i due porterà alla realizzazione di uno spettacolo – i lavori prenderanno il via in estate – che percorrerà tutte e 17 le stagione di Gerrard in maglia Reds dall’esordio a 18 anni fino all’ultima gara contro lo Stoke City. Nel mezzo le 710 presenze, i 186 goal realizzati e gli 11 trofei vinti, palmares scevro della Premier League inseguita, ma sempre sfiorata.

La proiezione vedrà anche i cammei di David Beckham, Wayne Rooney, Kenny Dalglish e Sven Goran Eriksson, inoltre gran parte del materiale usato risulta inedito al grande pubblico. Un lavoro monumentale su una delle figure più significative del calcio inglese degli ultimi decenni. Centrocampista capace di essere regista basso, barriera in difesa, primo propositore con la palla tra i piedi e perfido – per i portieri – calciatore quando la sfera è ai 25-30 metri dalla porta. Potremo ammirare la sua maglia numero 8, con la fascia al braccio di capitano, diventare immortale sotto la Kop per mezzo della cellulosa.

Nel mentre un altro succoso documentario ci aspetta alle porte, il regista di origini indiane infatti farà uscire, nel volgere di breve, un’opera sugli Oasis la band guidata da Noel Gallagher scioltasi nel 2009 simbolo dell’innovazione britpop negli anni ’90 a Manchester.

Pinta alla mano, assaporeremo ancora un volta quella rabbia, quella determinazione, quella gioia di donare tripudio ai propri tifosi dello scousers – ora confinato ai Los Angeles Galaxy – per eccellenza.

Lorenzo Cafarchio

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