Roma, 3 mar – Il cinema non è solo un’arte: è una manifestazione dello spirito di un popolo, un riflesso della sua storia, della sua identità e della sua visione del mondo. È questo il punto di partenza di Kineuropa, il nuovo libro edito dalla casa editrice Inquadrature perfette, che raccoglie i contributi di nove autori provenienti da sei nazioni diverse, uniti da una prospettiva comune: il cinema come linguaggio e simbolo del Volksgeist europeo.
Il cinema europeo: espressione e movimento
Il titolo Kineuropa nasce dalla fusione di due radici linguistiche significative: “Kino”, il termine tedesco per “cinema”, lingua del Faust e dell’espressionismo, e “κίνησις” (kinesis), parola greca che indica il movimento, il dinamismo e la danza, richiamando la matrice classica della civiltà europea. Questo intreccio di riferimenti linguistici e culturali è la chiave di lettura dell’intero volume, che esplora come il cinema sia non solo un’invenzione tecnica, ma una manifestazione dell’anima profonda dell’Europa. Dalla tragedia greca al mito romantico, da Goethe e Wagner fino a Nietzsche e Spengler, il libro ripercorre le radici intellettuali del cinema europeo, soffermandosi sulla sua evoluzione attraverso le grandi correnti artistiche del Novecento: dall’espressionismo tedesco di Fritz Lang alla Nouvelle Vague francese, dalle visioni oniriche di Méliès fino ai lavori di autori contemporanei come Refn e Von Trier. Ogni epoca ha plasmato la Settima Arte, ma sempre in un dialogo costante con le tensioni culturali, filosofiche e storiche dell’Europa.
Una creazione europea
Kineuropa non è soltanto una riflessione sulla storia del cinema, ma un manifesto culturale che invita a riscoprire l’identità profonda di un continente attraverso il suo immaginario filmico. Il cinema non è stato solo un’invenzione tecnologica diffusa globalmente: è, prima di tutto, una creazione europea, il bagliore di una civiltà millenaria che continua a interrogarsi sul proprio destino. Un’opera imperdibile per chi ama il cinema, la cultura e l’Europa nella sua essenza più autentica.
Sergio Filacchioni